Rinnovo contratto statali: Fratelli d’Italia silura la Madia

Rinnovo contratto statali: Fratelli d'Italia contro Madia

Rinnovo contratto statali: Fratelli d’Italia silura la Madia.

Il rinnovo contratto statali mette in agitazione non solo il comparto scuola, ma anche quello della sicurezza. In una recente nota scritta dall’esponente di Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), oggetto delle critiche è il ministro Marianna Madia. Accusata di non aver invitato i rappresentanti delle forze dell’ordine a sedersi attorno al tavolo di discussione. Anche per questo comparto, infatti, il contratto è fermo da 8 anni. Sempre restando sul tema, il Cocer (Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare) ha avanzato le sue richieste, considerando poca cosa l’aumento salariale promesso di 85 euro lordi.

Rinnovo contratto statali: Cirielli (FdI) contro Madia

Edmondo Cirielli critica il governo, accusandolo di non mettere la sicurezza e tutto il suo comparto tra le priorità della Legge di Bilancio. “La mancata convocazione da parte del ministro Madia delle rappresentanze delle forze dell’ordine per discutere il rinnovo del contratto fermo da 8 anni” è al centro del dibattito. Da qui l’esponente di Fratelli d’Italia ha puntato il dito contro l’esecutivo, accusandolo di un’indifferenza nei confronti del reparto sicurezza “non più tollerabile”. E invitando il ministro Madia “a convocare subito un tavolo di concertazione con le forze dell’ordine, Cocer e sindacati di polizia, per avviare il procedimento per il rinnovo del contratto”.

A tenere banco è anche la specificità del ruolo. Nonché la mancanza di risorse sufficienti per assicurare la sicurezza del Paese. Il comparto delle forze dell’ordine, spiega Cirielli, resta l’unico con il “contratto dei dipendenti pubblici in attesa di rinnovo”.

Rinnovo contratto statali: cosa succede sul fronte sicurezza?

Intanto, circa una settimana fa, il Cocer aveva rivendicato alcune richieste inoltrate al governo per incrementare l’aspetto economico e non solo dell’intero settore. Chiedendo, nello specifico, la stabilizzazione degli 80 euro, la defiscalizzazione dell’aumento stipendiale di 85 euro e l’inclusione del parametro di “specificità” legato agli operatori del settore della Difesa. Vale a dire, il riconoscimento di un’indennità a titolo annuale legata al suddetto parametro, generalmente erogata a metà anno.

Per il rappresentante Cocer Comparto Difesa, Alfio Messina, l’aumento di 85 euro lordi a tutto il pubblico impiego risulta insufficiente. Ma soprattutto poco dignitoso nei confronti del Comparto Difesa e del ruolo specifico svolto dal personale di questo specifico settore. Tiene banco ancora il rapporto squilibrato tra mansioni del personale militare, basso rimborso contrattuale dopo anni di blocco e quindi scarsa valorizzazione della professione. Il blocco è stato un duro colpo per tutto il pubblico impiego, spiega Messina, ma per il personale delle forze armate, “ha significato uno stop retributivo in grado di minare la motivazione e lo spirito di sacrificio che l’attività richiede”.

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