Corea del Nord, ultime notizie: attacco nucleare è pieno di incognite

corea del nord

Corea del Nord, ultime notizie: attacco nucleare è pieno di incognite

Un attacco “preventivo” degli Usa contro la Corea del Nord è molto meno probabile di quanto si pensi. L’opinione è condivisa da diversi autorevoli esperti tra cui, per esempio, il professore di Scienze Politiche dell’Emory University Dan Reiter. In un articolo pubblicato oggi dal Washington Post, Reiter evidenzia, innanzitutto, come numerosi stalli diplomatici, seppur gravi, alla fine, non abbiano portato allo scoppio di una guerra “preventiva”. È il caso della crisi di Berlino del triennio 1958-1961 o di quella dei missili cubani.

Era Otto von Bismarck a sostenere che una guerra preventiva equivale a “suicidarsi per paura di morire”; insomma, è come procurarsi il male che si cerca di evitare. D’altro canto, le basi della strategia impongono di attaccare per primi nel caso in cui risultasse più vantaggioso dell’essere attaccati.

Corea del Nord, ultime notizie: attacco nucleare è pieno di incognite

Ecco, questa condizione non sussiste nel confronto tra Usa e Corea. I rapporti tra i due paesi, ricorda Reiter, sono – in linea di massima e al di là delle apparenze – “stabili”. In sostanza, solo se uno dei due paesi attacca per primo si potrebbe innescare un conflitto. Tuttavia, nessuno dei due pensa che l’altro attaccherà per primo poiché entrambi conoscono perfettamente la linea che non deve essere superata. Una spirale che poggia sulla razionalità mostrata da Trump e Kim Jong un, nonostante la “rissa” che li ha visti protagonisti negli ultimi mesi.

Infatti, anche se i leader hanno un’importanza fondamentale nel processo decisionale che porta a un “attacco preventivo”, devono comunque sottostare a delle condizioni strutturali. Lo sottolineano gli studiosi Elizabeth Saunders e Michael Horowitz per cui, nonostante fattori di rischio quali l’«inesperienza» di Trump e il potere «assoluto» di Kim, ritengono comunque basso il pericolo di veder precipitare la situazione. Il presidente americano non sembra intenzionato a far pesare sui contribuenti americani gli altissimi costi di un’altra guerra nella penisola coreana; da parte sua, il leader nordcoreano sa benissimo che scontrarsi a muso duro con gli Usa significherebbe mettere a repentaglio la stessa esistenza del suo paese, quindi, del suo regime.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM