Sondaggi politiche 2018: affluenza intorno al 70%, le ultime stime

Sondaggi politiche 2018: affluenza, ultime stime

Sondaggi politiche 2018: affluenza intorno al 70%, le ultime stime.

Tra consensi e preferenze i sondaggi politiche 2018 fino al 16 febbraio non hanno mai dimenticato un’altra percentuale importante: quella degli indecisi. Ma va posta un’altra domanda legittima. A quanto ammonterà la percentuale dell’affluenza nel giorno del voto del 4 marzo? Secondo le ultime stime sarà minore rispetto alle ultime elezioni politiche, quelle del 2013. Che a sua volta era inferiore rispetto alla media registrata negli anni Ottanta. E che a sua volta era inferiore rispetto all’affluenza media nel dopoguerra, dove si registravano valori superiori al 90%.

Altri tempi, forse una passione diversa. Ma il dato sull’affluenza alle elezioni politiche 2018 sarà comunque importante da monitorare. Oltre a esaminare l’andamento alle urne negli ultimi anni, quello sull’affluenza è un dato da non sottovalutare. Un campanello d’allarme, un segnale ancora più forte del distacco tra gli elettori (cittadini) italiani e la politica. Non è un caso che l’ultima campagna elettorale sia stata considerata da quasi tutti i sondaggisti la peggiore degli ultimi anni. Tutto questo sul sottofondo silenzioso di un’opinione pubblica che crede sempre meno alle promesse elettorali.

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“Qualsiasi cifra percentuale che vedete su questo sito si riferisce a sondaggi pubblicati prima del 16 febbraio”

Sondaggi politiche 2018: il tasso di affluenza nelle recenti elezioni

Alle elezioni politiche 2013 il tasso di affluenza si attestò al 75,2%. Un dato importantissimo, perché segnalava come 1 italiano su 4 non fosse andato a votare. Alle politiche 2018 si stima che la percentuale relativa a questo parametro risulterà ancora più bassa; presumibilmente attorno al 70%.

Il 13 maggio del 2001, andò a votare l’81,35% dell’elettorato. In quella circostanza la Casa delle Libertà guidata da Silvio Berlusconi ebbe la meglio (seppur di poco) sull’Ulivo il cui leader era Francesco Rutelli. Cinque anni più tardi si tornò alle urne. Il tasso di affluenza addirittura aumentò di quasi 3 punti percentuali, arrivando all’84,24%. L’Unione “capitanata” da Romano Prodi ebbe la meglio sulla Casa delle Libertà. Ma la vittoria del centrosinistra durò solo 2 anni. Infatti, nel 2008 gli italiani tornarono a votare. Berlusconi da una parte, Walter Veltroni dall’altra. L’affluenza diminuì, arrivando a quota 80,63%. E il Cavaliere si riprese la poltrona di premier.

Le ultime elezioni del 2013 vide tre protagonisti principali. Berlusconi (con il Popolo delle Libertà) venne sfidato da Pierluigi Bersani e da Beppe Grillo. Fu certamente l’anno della sorpresa M5S, che riuscì a conquistare diversi seggi alla Camera e al Senato. Ma il tasso di affluenza conobbe una riduzione molto importante, scendendo di fatto al 75,19%.

Sondaggi politiche 2018: affluenza attorno al 70%?

Il trend calante potrebbe proseguire anche nelle elezioni attuali del 4 marzo 2018. Con un’affluenza che potrebbe aggirarsi attorno al 70%. Questo significherebbe che dal 2001 a oggi (ovvero nell’arco di 17 anni) l’elettorato votante scenderebbe di circa 15 punti percentuali.

Non si tratterebbe di un mero dato da dare alla stampa e snocciolare con così poca convinzione. Perché va a segnalare un distacco tra cittadini e politica che si fa sempre più ampio. E che i partiti politici non potrebbero sottostimare. Almeno non a lungo.

Uno degli ultimi sondaggi Demopolis aveva stimato al 63% il tasso di affluenza alle urne. Si sta parlando di circa un mese fa e ovviamente le cose sono cambiate. Ma saranno mutate considerevolmente? In breve, il tasso di affluenza riuscirà a superare la soglia del 70% o no? C’è poi il grande punto interrogativo degli indecisi. Indecisi se votare o chi votare? Chissà che almeno in Lazio o Lombardia le elezioni regionali possano spingere gli elettori a dedicare un po’ di tempo anche al voto nazionale. Per le percentuali certe, intanto, è tutto rimandato alla notte del 5 marzo. Da quella percentuale, importante quanto quelle relative ai consensi per i partiti e le coalizioni, potranno emergere nuove riflessioni.

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