Elezioni politiche 2018: risultati definitivi, mancano ancora 17 seggi

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Elezioni politiche 2018: risultati definitivi, mancano ancora 17 seggi

Più di 10 giorni sono ormai trascorsi dalla chiusura delle urne ma ben 17 seggi devono essere ancora assegnati. Come si legge sul sito del Ministero dell’Interno, per quanto riguarda la Camera, lo scrutinio risulta chiuso per 221 seggi uninominali su 231; invece, per quanto riguarda il Senato, le operazioni di spoglio sono terminate per 108 seggi su 115. Dunque, il mantra “conoscere il vincitore la notte del voto” è rimasto, appunto, solo un mantra.

In molti danno la colpa al Rosatellum che si sarebbe dimostrato un marchingegno diabolico. Forse per la prima volta nella storia repubblicana, alcuni presidenti di seggio hanno rinunciato a concludere i conteggi e hanno mandato le schede direttamente in Corte d’Appello. I calcoli si sono rivelati troppo complicati, troppe variabili, per cui si è scelto di rivolgersi all’organo e da lì all’Ufficio elettorale presso le Corti di Cassazione.

Elezioni politiche 2018: risultati definitivi, mancano ancora 17 seggi

“Il riparto provvisorio dei seggi si riferisce ad uno scrutinio non definitivo, non essendo pervenuti i risultati di tutte le sezioni”; recita così una nota del Viminale in calce alle tabelle finali relative all’assegnazione dei seggi. Inoltre, sempre dal Ministero avvertono che i “dati sono provvisori; tenendo conto che alcuni verbali risultano essere stati inviati direttamente alle corti di appello che, come previsto dalla legge, provvederanno alla proclamazione degli eletti”.

Nel frattempo, i partiti hanno già cominciato ad accapigliarsi sul tema della maggioranza anche se basterebbero una 10 di deputati in più alla Lega o a Forza Italia oppure ai 5 stelle per sparigliare le carte. Certo, il risultato nel suo complesso non è in discussione; insomma, qualche seggio non cambierà il dato generale. Tuttavia, se a questi problemi si somma, per esempio, che in Sicilia il numero di seggi conquistati dai 5 stelle è maggiore del numero di candidati oppure il caso del seggio di LeU che “appare e scompare” a Napoli, appare chiaro che qualcosa non va con il Rosatellum bis.

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