Edilizia, la crisi senza fine, quanto è calato il settore delle costruzioni dal 2010

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Edilizia, la crisi senza fine, quanto è calato il settore delle costruzioni dal 2010

La ripresa economica sta lasciando indietro un settore, quello delle costruzioni, che una volta era stato la locomotiva della crescita.

Si tratta di un cambio strutturale e qualitativo. Anche a parità di crescita del PIL gli anni prima del 2009 vedevano la preminenza dell’edilizia. Cosa che, certo, non era completamente positiva per la nostra economia. La bolla di un settore che non offre una significativa crescita del valore aggiunto non è molto produttiva per il futuro, e si è visto in seguito con il nostro Paese duramente colpito dalla recessione.

Il problema è stato ancora più grave in alcuni Paesi che avevano visto una crescita maggiore, più veloce e più basata sul credito e, appunto, sul mattone, essendo del resto i due ambiti collegati. Si tratta di Spagna o Irlanda, ma in parte anche Grecia.

Paesi poi colpiti dallo scoppio della bolla edilizia, che ha provocato una recessione importante, da cui si sono poi ripresi spesso anche meglio di noi. Ma non sempre nel comparto del mattone.

E dai dai di provenienza Eurostat si vede molto bene. C’è una sorta di divide Nord Sud, non volendo considerare Paesi balcanici non appartenenti alla UE, tra quei Paesi in cui tra il 2010 e il 2017 la produzione nel settore delle costruzioni è cresciuta, e quelli in cui è calata.

La variabilità è molto ampia. Si va da grandi aumenti a dei crolli.

Edilizia, dai balzi dei Paesi Baltici ai crolli greci e portoghesi

A quanto pare più potè il calo del reddito, comunque, più che lo scoppio della bolla del mattone.

Se infatti in Irlanda nonostante tutto in 7 anni c’è stata crescita del 27,2% del settore dell’edilizia, in Grecia il crollo è stato dell’85,4%, in Portogallo del 70,4%.

In Italia il calo è stato del 36,7%, come ci mostra Jodi.graphics, non si sente ancora la ripresa, insomma.

Così come in Spagna, dove nonostante un recupero siamo ancora a un -19,1%.

In negativo anche la Francia, -7,4%.

Diversa la situazione più a Nord. In Germania c’è stata una crescita del 16,9%,  del 6% e dell’8,8% in Belgio e Paesi Bassi.

E’ in Scandinavia e nei Paesi Baltici però che si arriva a cifre importanti. +28,9% in Svezia, +33,6% in Finlandia, addirittura +50,2% in Lituania e +65% in Estonia.

Paesi dove forse può esservi timore di bolle ora. Nell’edilizia l’Europa non è mai stata così disunita

 

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