Elezioni 2018: Senato, scontro M5S Pd per vicepresidenti e questori

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Elezioni 2018: Senato, scontro M5S Pd per vicepresidenti e questori

Ieri sono stati eletti i 4 vicepresidenti, i 3 questori e gli 8 segretari del Senato. Quasi tutte le maggiori forze politiche sono riuscite ad avere la carica più importante, cioè quella di vicepresidente. Infatti, sono stati eletti Roberto Calderoli per la Lega, Ignazio la Russa per Fratelli d’Italia, Paola Taverna per il M5S e Anna Rossomando per il Pd.

D’altra parte, si è scatenata una polemica riguardo all’elezione dei questori. Il ruolo di questore ha un importante valore “strategico” in Parlamento: ha il compito di sovrintendere ai lavori delle Camere e ad assicurarsi che vengano applicate le indicazioni dei loro presidenti. Alla fine, sono stati eletti Antonio De Poli per Forza Italia, Paolo Arrigoni per la Lega e Laura Bottici per i 5 stelle. Lasciato fuori dai giochi, quindi, il candidato del Pd Gianni Pittella che ha ottenuto soltanto 59 voti.

Elezioni 2018: Senato, scontro M5S Pd per vicepresidenti e questori

Così ha commentato l’accaduto il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci: “Che in Senato sia stato negata al PD la possibilità di avere un questore è un fatto gravissimo. Per la prima volta nella storia repubblicana l’opposizione parlamentare non avrà accesso al funzionamento della macchina del Senato. Siamo davanti ad un fatto senza precedenti. Quale è il concetto di democrazia del M5S e della destra? Facciamo tutto da soli”.

“Assegnare” un questore al partito d’opposizione è prassi sin dal 1948, tuttavia, è chiaro che non essendoci ancora un governo non si sa chi sta all’opposizione. In sintesi, si può riassumere così il botta e risposta tra Dem e pentastellati sulla questione. Il problema è sorto in seguito a un mancato accordo tra Pd e Movimento: quest’ultimo voleva per la Bottici il ruolo di questore “anziano”. Ha maggiori poteri in quanto presiede il collegio dei questori e va al candidato più votato. Alla fine, l’intesa è saltata (probabile che i Dem la considerassero ricattatoria); dunque, il centrodestra ha votato i propri candidati (i senatori possono esprimere due preferenze) mentre Pd e 5 stelle non si sono prestati mutuo soccorso.

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