Tavecchio – Albertini, scontro generazionale come Bersani – Renzi

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“Opti Poba è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio” entra di diritto negli annali delle storiche “figure di m” calcistiche messe a segno dai dirigenti federali. Tavecchio ha sperato tanto che la sua malaugurata esternazione durante il discorso programmatico di due ore – nemmeno Ėjzenštejn sarebbe riuscito a ideare mattone più pesante – passasse sotto traccia o venisse dipinta come una dichiarazione colorita e buffoneggiante al fine di stemperare la tensione, invece è tutt’ora sulla bocca dei vertici mondiali della FIFA e del calcio europeo.

Il Tavecchiano Opti Poba ha scatenato le ire dei giornalisti d’oltralpe chiaramente intenzionati a difendere l’astro nascente Paul Pogba, uno dei calciatori di colore dal nome più simile a quello pronunciato dal candidato alla Federcalcio. Non solo i francesi si sono scagliati contro Tavecchio: anche gli spagnoli AS e Vanguardia hanno attaccato il dirigente italiano, mentre il presidente della federazione calcistica inglese, Greg Dyke, ha colto l’occasione per offrire uno spunto di riflessione molto interessante: “Dobbiamo guardare al modo in cui integrare la popolazione inglese del ventunesimo coerentemente con il mix etnico che ha assunto negli ultimi anni. Se andiamo avanti così a dirigere il calcio , vecchi, bianchi, maschi, diventeremo sempre più irrilevanti a livello calcistico”.

Nonostante la bufera scoppiata, Tavecchio non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa alla presidenza della FIGC nonostante abbia sicuramente perso quei voti di vantaggio su Albertini. Sicuramente gioiscono i sostenitori della rottamazione tout court, come gli editorialisti della Gazzetta ed alcuni presidenti di Serie A come Agnelli o Ferreri: la candidatura di Tavecchio, al contrario di quella di Albertini, avrebbe significato una relativa continuità con la gestione Abete, ritenuta spesso e volentieri la causa dell’arretratezza del calcio italiano.

Nonostante l’autorete di Tavecchio, non è detto che Albertini avrà la strada sgombra per il ruolo di presidente della FIGC: il conservatorismo all’italiana si è sempre espresso ai massimi livelli anche e soprattutto nei rapporti fra calcio e politica,