Galliani e Zamparini difendono Tavecchio dalla Fifa

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Le sconcertanti parole di Carlo Tavecchio, il candidato numero uno alla presidenza della sventurata Figc, hanno scatenato un putiferio a livello mondiale. Ebbene si perché ora pure la Fifa vuole vederci chiaro su “Optì Pobà”, classico esempio, secondo il navigato dirigente lombardo, di bidone extracomunitario dannoso per i già disastrati vivai italiani. Lui, però, dopo essersi scusato in tutti i modi possibili, va avanti per la sua strada, strafottente dei danni causati all’immagine del nostro Paese e sempre più forte dell’appoggio dei potenti del calcio italiano.

“DITEMI CHE E’ UN ABBAGLIO” – Prima di riportarvi le dichiarazioni dei tavecchiani, segnaliamo che c’è una parte di club di Serie A che ha immediatamente preso le distanze. Dopo i Della Valle, da sempre impegnati in iniziative contro il razzismo, ecco la vulcanica matricola Massimo Ferrero da pochi mesi proprietario della Sampdoria. “Stiamo dando una pessima immagine”, dichiara l’imprenditore romano, “è meglio fare una riunione tra noi tutti, così non possiamo andare avanti, rischiamo davvero il commissariamento”. Incredulo Giorgio Lugaresi, presidente del Cesena tornato nella massima serie dopo qualche anno tra i cadetti. “Pensavo fosse un abbaglio”, confessa, “ho dovuto leggere le sue parole almeno quattro volte, mi danno grande fastidio”.

“LA FIFA ANDREBBE SCIOLTA” – “Italiani, ricordatevi che la lotta al razzismo è la nostra priorità. Intanto noi abbiamo allertato la task force contro il razzismo e la discriminazione e pretendiamo di essere informati su tutto”. Firmato, Fédération Internationale de Football Association, o Fifa per intenderci. A tirarci le orecchie ci pensa anche la Commissione Europea, che ci ricorda seccata come “il razzismo non deve aver posto nel calcio”. Parole sante.

L’ex democristiano Tavecchio, insomma,  rischia di farci passare le pene dell’inferno per quelle parole che soltanto secondo lui sono state mal interpretate. Beh, aspettate, non è proprio così solo. “Noi sosterremo comunque Tavecchio”, dichiara Adriano Galliani, “non è affatto un razzista, stiamo discutendo di battute infelici”. Se il dirigente brianzolo rappresenta l’ala moderata del partito che sostiene Tavecchio, Massimo Zamparini può definirsi un tavecchiano estremista.

Secondo il presidente del Palermo “è vergognoso” l’attacco che sta subendo Tavecchio, oltretutto per una frase “stupida”. Infine, come nelle migliori tradizioni, il dirigente friulano si lascia andare ad una proposta che ha già fatto rabbrividire mezzo mondo, “la Fifa andrebbe sciolta”.