Vertice UE sui migranti: cosa hanno deciso al Consiglio Europeo

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Vertice UE sui migranti: cosa hanno deciso al Consiglio Europeo

L’Europa ha trovato l’accordo sui migranti. Almeno per ora. Dopo una giornata di passione, tra indiscrezioni, minacce di veto e di rottura, nella notte tra giovedì e venerdì i 28 paesi componenti del Consiglio Europeo, riuniti a Bruxelles, hanno firmato un’intesa politica basata su 12 punti condivisi. Ma Giuseppe Conte, in tutto questo, ha vinto o perso? I commentatori si dividono: c’è chi parla di una ‘vittoria a metà’. Chi invece accusa senza mezzi termini il neonato governo, al di là dei proclami del primo mese di vita, di aver ceduto su tutta la linea.

L’Italia in effetti, non ha ottenuto la distribuzione obbligatoria di tutti i migranti tra gli stati membri, ma solo quella volontaria dei rifugiati. Poco anche sui movimenti secondari, questione che stava molto a cuore alla Germania per via della crisi interna tra la Merkel e il suo Ministro dell’Interno Seehofer. Nulla di realmente concreto sugli hot spot nei paesi di provenienza per evitare alla radice le partenze. L’accordo prevede infatti anche l’apertura di centri di accoglienza europei sul suolo continentale, anche se su base volontaria. In merito a questo punto, sono già partite le mitragliate francesi, con Macron che ha puntualizzato: i centri vanno “fatti nei paesi di primo ingresso”. La sensazione, comunque, è che le trattative sulla questione migranti siano ancora di là da finire.

Vertice UE sui migranti: approccio europeo

Le migrazioni vanno affrontate con un approccio europeo. È uno dei punti politici più significativi dell’accordo dei 28. Italia, così come Spagna e Grecia, insomma, sono a tutti gli effetti confine d’Europa. Dunque, via libera a maggiori controlli alle frontiere. Obiettivo imprescindibile: evitare il ripetersi della crisi del 2015 e dei suoi “flussi incontrollati”.

Vertice UE sui migranti: Europa vicina a Italia e Turchia

L’Ue si dichiara vicina all’Italia nella lotta ai trafficanti di essere umani libici. Nel testo, l’accenno anche alla spinosa questione delle navi delle Ong. Nessuna citazione diretta, ma il riferimento è chiaro quando si dice che “nessuno deve interferire con le operazioni della guardia costiera libica”. Sulla sponda orientale, confermati i fondi alla Turchia per il controllo della frontiera est, con un impegno a compiere ulteriori sforzi per impedire nuovi attraversamenti e calmierare i flussi.

Vertice UE sui migranti: piattaforme di sbarco regionali e hot spot su base volontaria

In cooperazione con i paesi terzi (un esempio su tutti: la Libia), l’UNHCR e l’OIM, l’invito del Consiglio Europeo è ad ‘esaminare’ rapidamente il concetto di piattaforme di sbarco regionali. Tradotto: strumenti per operare distinzioni tra i singoli casi di migrazione già al di fuori dell’Europa. Poi, in parallelo, i 28 hanno previsto la creazione di hot spot in alcuni Stati UE, ma solo su base volontaria. I paesi, in pratica, prenderanno in carico i migranti solo se lo vorranno. In questi centri chiusi, gli addetti dovranno distinguere ulteriormente tra migranti irregolari, che andranno subito rimpatriati, e chi necessita di protezione internazionale.

Più fondi per l’Africa e la sicurezza. E più cooperazione

Il Consiglio UE si impegna, inoltre, ad aumentare, da un lato, di 500milioni di euro le provviste del Fondo fiduciario UE per l’Africa. Ma anche di implementare la cooperazione con quei paesi terzi coinvolti nel fenomeno migratorio, per una loro positiva trasformazione socio-economica. In soldoni, si tratterà di aiutare l’Africa a migliorare le condizioni di vita interne, evitando così alle persone la necessità di intraprendere i viaggi della speranza verso il vecchio continente.

Di contro, inoltre, l’impegno dall’esecutivo di Bruxelles ad assicurare il controllo delle frontiere esterne, garantendo su questo più fondi. Anche per gli eventuali rimpatri. Altro punto su cui viene annunciata, da parte della Commissione UE, l’intenzione di presentare proposte legislative in tal senso. Sempre a favore di un approccio europeo, non più demandato quindi alla reazione dei singoli stati.

Vertice UE sui migranti: Trattato di Dublino e misure contro i movimenti secondari

Il Trattato di Dublino, che rappresenta la Bibbia europea da seguire sulla questione rifugiati, secondo i 28 andrà certamente riformato. Ma ciò potrà essere fatto solo attraverso il consenso unanime di tutti gli stati membri. Il principio resta lo stesso: mantenere un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Bisognerà capire però su quali basi. Infine, in merito ai movimenti secondari, ovvero gli spostamenti dei migranti dallo stato di approdo ad altri (capitolo per ovvi motivi molto caro alla Germania), l’accordo prevede che i paesi membri adottino misure legislative e amministrative per arginare il fenomeno. In gioco, infatti, c’è Schengen, il trattato di libera circolazione europea. Perché non porre un freno a questi movimenti secondari potrebbe condurre alla riapertura delle dogane ai confini tra i vari paesi europei.

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