Tassa di successione e dote 18: la proposta di Enrico Letta

In questi ultimi giorni si è acceso un intenso dibattito su una proposta fatta dal neo-Segretario Nazionale del Partito Democratico Enrico Letta.
Letta in una lunga intervista fatta da Massimo Gramellini sul Corriere della Sera annuncia l’intenzione di proporre al Governo una Tassa di Successione che andrebbe a sostenere una fascia di popolazione molto giovane, in particolare diciottenni.

COS’È LA TASSA DI SUCCESSIONE

Nel sito dell’Agenzia delle Entrate, riguardo all’imposta di successione, c’è scritto che “le persone che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, l’imposta di successione”.
Dunque, all’atto della morte di un parente, colui che esercita il diritto di ricevere l’eredità deve pagare un’imposta allo Stato italiano. In Italia l’aliquota per i figli/figlie che ricevono in eredità più di un milione di euro è del 4%. Inoltre, questa aliquota cambia in base a chi riceve l’eredità. Se è un fratello/sorella a riceverla sarà del 6%, invece se è un altro soggetto sale all’8%. Invece chi riceve di eredità meno di un milione di euro è completamente esentato dal pagamento della tassa. Secondo ciò che ha scritto Avvenire questa imposta produce per le casse dello Stato poco meno di un miliardo di euro l’anno: 800 milioni.

LA PROPOSTA DI ENRICO LETTA

La proposta del Segretario del Partito Democratico riguarda l’innalzamento di questa aliquota per permettere di finanziare la Dote 18. L’intenzione sarebbe quella di mantenere la soglia di un milione, ma di inserire una aliquota al 20% per chi supera i cinque milioni di eredità. Ciò significa che se, ad esempio, un figlio riceve in eredità 6 milioni, dovrà dare allo stato 360 mila euro (1 milione x 0%, 4 milioni x 4% e 1 milione x 20%).
L’obiettivo è quello di destinare la cifra totale proveniente da questa tassa ai diciottenni, i quali potranno ricevere fino a diecimila euro. Secondo alcuni calcoli forniti dallo stesso Partito Democratico, l’innalzamento di questa tassa colpirebbe l’1% dei contribuenti italiani e potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 2,8 miliardi di euro.
Questi soldi, una volta arrivati ai diciottenni nell’importo massimo di 10.000€ sulla base dell’ISEE, potranno essere utilizzati entro certi limiti, in particolare per l’istruzione, per la formazione professionale, per aprire un’attività imprenditoriale, per pagare l’affitto o comprare una casa.

LA TASSA DI SUCCESSIONE IN EUROPA

La proposta di Enrico Letta farebbe avvicinare il livello di tassazione sulla successione a quello dei maggiori paesi europei. Ad esempio, in Francia la soglia è di 100 mila euro e l’aliquota può arrivare anche al 60%. In Germania è al 30% e nel Regno Unito al 40%. In più, secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) la media mondiale si attesta al 15%. Rispetto a questi numeri il livello di tassazione dell’Italia è più basso e porta alle casse dello stato circa 800 milioni di euro ogni anno.

LA REAZIONE DI MARIO DRAGHI

Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha stoppato immediatamente la proposta fatta da Enrico Letta. L’ex Governatore della Banca Centrale Europea in conferenza stampa a Palazzo Chigi ha sostenuto che “non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli”. Questa dichiarazione ha fatto presagire una crisi, o almeno un raffreddamento, dei rapporti tra il Segretario e Mr. “Whatever it takes”. Nella giornata del 27 maggio a Palazzo Chigi i due si sono incontrati per un’ora, il tempo per chiarire la situazione e far calare la tensione all’interno della maggioranza di Governo. Infatti anche Salvini, Forza Italia e Italia Viva hanno fatto intendere fin da subito la loro netta contrarietà.