Ucraina, Kiev tenta stretta a Est

Il governo di Kiev ha intenzione di chiudere in fretta la partita con i separatisti nelle regioni orientali dell’Ucraina. Il bilancio della guerra civile è arrivato a 1500 morti, in continuo aumento anche il numero degli sfollati. 50mila abitanti di Luhansk non hanno più elettricità, a 5000 è negata l’acqua corrente, a 4000 il gas. Tutto questo finirà presto per il ministro della Difesa ucraino Valeriy Geletey: “l’operazione dell’esercito è in una fase offensiva, sono sicuro al 100% che le nostre forze porteranno a termine l’operazione molto presto”.

Al momento le forze ucraine stanno stringendo una morsa intorno a Donetsk – investita nella notte da pesanti bombardamenti d’artiglieria – ma, a dispetto delle parole proferite dal ministro, i ribelli filorussi del Dombass non sembrano sul punto di essere sconfitti. Da 300 effettivi ora l’esercito separatista è arrivato a contare 15mila unità, a dirlo è sempre Geletey. Tuttavia sarebbero state riconquistate dalle forze governative almeno 65 città, il territorio sotto il controllo dei filorussi si sarebbe ridotto del 50% nelle ultime settimane. Continuano a intermittenza gli scontri nei pressi del sito sul quale si stanno svolgendo le indagini sull’abbattimento del volo mh 17 della Malaysian Airlines.

Per il governo le difficoltà accusate nel ristabilire l’ordine sono completamente da addossare alla Russia. “Non è facile catturare le fortezze ribelli se la Russia continua a provocarci” ha aggiunto il titolare del dicastero della Difesa. Intanto da Mosca continuano ad arrivare segnalazioni di nutriti gruppi di militari ucraini che abbandonano le posizioni per poi chiedere asilo. Secondo l’agenzia di stampa vicina al Cremlino Ria Novosti l’ultimo episodio riguarderebbe 438 militari ucraini che avrebbero varcato il confine.

La Russia nega ogni coinvolgimento ma nel frattempo comincia a sentire il peso delle sanzioni. Una controllata “low cost” della compagnia di bandiera russa Aeroflot è stata costretta a lasciare la propria flotta a terra perché i partner europei hanno annullato gli accordi di assicurazione e quelli sullo scambio di informazioni di navigazione.