Flat tax 2019: detrazioni fiscali e irpef, a chi conviene il taglio

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Flat tax 2019: detrazioni fiscali e irpef, a chi conviene il taglio

Sul piano economico il governo in carica ha promesso l’introduzione della flat tax. Si è trattato di uno dei cavalli di battaglia della Lega. Infatti se il reddito di cittadinanza ha contrassegnato prima e dopo le elezioni la proposta politica del M5S, il partito di Salvini ha puntato proprio sulla flat tax. Intanto circolano le prime indiscrezioni sul contenuto della misura. E di conseguenza si fanno le prime stime su ciò che potrebbe determinare rispetto al comportamento dei contribuenti italiani.

Flat Tax 2019 e Irpef, i numeri della Corte dei Conti

Sulla base delle stime contenute nel Rapporto 2018 della Corte dei Conti, l’Irpef è già sotto la soglia della flat tax. Il discorso vale per oltre 32 milioni di italiani. Vediamo quanti sono gli scaglioni in base ai redditi e quali le percentuali di tasse.

17,6 milioni di italiani dichiarano fino a 15.000 euro e pagano un’imposta media del 5.2%. Invece versano somme del 14,4% coloro che dichiarano tra i 15.000 ed i 28.000 euro. A coloro che rientrano nei primi due scaglioni sono riservate la gran parte delle riduzioni fiscali. Cioè 67,2 miliardi di euro sul totale di 107,4 miliardi di euro.

Flat Tax 2019, contribuenti divisi per scaglioni

Per lo scaglione tra 28.000 e 55.000 euro l’aliquota media effettiva è pari al 21,4% (38% legale). Quest’ultimo comprende 6,2 milioni di contribuenti. Salendo allo scaglione tra i 55.000 e 75.000 euro l’imposta sale al 27,4% (41% legale). Mentre per l’ultimo scaglione al di sopra dei 75.000 euro il prelievo arriva al 33,2% (43% quella legale). Le ultime due fasce insieme comprendono 1,8 milioni di contribuenti.

Il reddito complessivo dichiarato è pari 844,6 miliardi di euro per un totale di 40,1 milioni dichiaranti.

Flat Tax 2019, i possibili effetti

Cosa succederebbe con la flat tax? Sarebbero rispettivamente del 23% e del 27% le aliquote legali per i primi due scaglioni. Così la Corte dei Conti analizza che l’introduzione di un’aliquota unica ‘potrebbe ridurre il grado di progressività del sistema; così come provocare una perdita di gettito complessivo. Questi sono dunque gli impatti di cui occorre avere corretta misurazione nel discutere le proposte di flat tax’.

In più resta da capire se l’eventuale introduzione della flat tax determinerà una variazione delle detrazioni attualmente in vigore. Pare che il governo stia pensando al pagamento di un’imposta fissa pari al 15%. Se non subito a tutti 15% il nuovo regime varrebbe prima per le partite Iva e passerebbe da una estensione dell’ex regime dei minimi. L’ipotesi è quella di alzare il tetto di reddito per applicare il regime forfettario con aliquota al 15% fino a 80mila o 100mila euro. Se fossero confermati tali voci avrebbero un impatto positivo piccole imprese e lavoratori autonomi. Ma è tutto da verificare.

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