Decreto Milleproroghe 2018: vaccini e rottamazione cartelle, ecco il testo

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La Camera ha approvato, in maniera abbastanza inattesa, il decreto Milleproroghe. Il governo ha infatti posto la questione di fiducia, spazzando via in un solo colpo tutti gli emendamenti proposti, compresi quelli su cui la maggioranza aveva espresso parere favorevole.

Il governo aveva deciso di porre la fiducia sul decreto Milleproroghe addirittura prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Senza sorprese, il testo è stato definitivamente approvato con 329 favorevoli, 220 contrari e 4 astenuti. Vediamo quali sono le principali novità.

Decreto Milleproroghe: eliminato l’obbligo di certificazione vaccinale

Il decreto Milleproroghe annulla per quest’anno l’obbligo per i bambini fra 0 e 6 anni di presentare il certificato che attesta l’avvenuta vaccinazione. Nel corso dell’anno scolastico 2018/2019, quindi, i bambini non vaccinati senza ragione medica potranno andare a scuola insieme ai bambini che invece non possono vaccinarsi per seri motivi di salute.

La maggioranza sembrava intenzionata a un passo indietro, dal momento che aveva presentato un emendamento per reinserire tale obbligo. La questione di fiducia, però, ha eliminato tale intenzione.

Salta la proroga della rottamazione cartelle

La questione di fiducia fa saltare anche la proroga della rottamazione delle cartelle ex-Equitalia (oggi Agenzia delle Entrate Riscossione). Un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal M5S intendeva spostare il pagamento delle rate di settembre, ottobre e novembre al 7 dicembre, e la chiusura della rottamazione a maggio 2019.

Ci sarà quindi meno tempo per chi ha pendenze con il fisco per decidere se pagare o aspettare e sperare nelle buone notizie in arrivo dalla pace fiscale, ovvero dal condono, i cui dettagli dovrebbero essere definiti entro dicembre.

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Fisco e banche

Nel 2019 INPS e Agenzia delle Entrate collaboreranno per mettere a punto gli ultimi dettagli che dovrebbero permettere l’avvio del cosiddetto ISEE precompilato, che quindi slitterà al prossimo anno.

Il decreto Milleproroghe estende il termine per aderire al nuovo gruppo bancario cooperativo. Le banche di credito cooperativo avranno 180 giorni per aderire, invece dei precedenti 90.

Estesa anche la platea dei risparmiatori che potranno godere dei rimborsi collegati alle crisi bancarie. Potranno accedere ai ristori i truffati che riceveranno pronuncia favorevole dall’Arbitro per le controversie finanziarie entro il 30 novembre 2018. Questa proroga interessa circa 200 persone.

Il decreto Milleproroghe, infine, prevede che entro il 31 ottobre venga reso operativo il fondo “salva risparmiatori” delle banche venete e delle altre banche fallite negli ultimi anni.

Decreto Milleproroghe: eliminati i fondi per le periferie

Il decreto Milleproroghe taglia anche 1,6 miliardi di euro che servivano per riqualificare le aree delle periferie più degradate. L’emendamento era stato approvato al Senato con il parere favorevole del governo.

Nelle settimane successive l’associazione dei comuni ANCI e il presidente del Consiglio Conte avevano raggiunto un’intesa per correggere “l’errore”. La questione di fiducia ha cancellato o almeno rimandato tale accordo.

Probabilmente ci saranno ondate di ricorsi perché si tratta di denaro virtualmente già speso dai comuni. L’accordo con Palazzo Chigi dovrebbe essere definito in un successivo decreto che stanzierà fondi per un triennio: intanto però molti comuni finiranno in situazioni complicate.

Non sono chiare le motivazioni che hanno portato all’eliminazione dei fondi dal decreto Milleproroghe. La spiegazione più semplice è che mancavano i soldi.

Bonus cultura confermato

Nonostante la maggioranza avesse bollato più volte questa misura come manovra elettorale, il governo ha prorogato per altri due anni il bonus cultura da 500 euro, che spetterà ai nati nel 2000.

Anche quest’anno, quindi, i 18enni potranno godere di 500 euro da spendere in libri, cinema, musei e altre iniziative culturali.

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L’articolo è stato corretto dopo la pubblicazione per correggere il titolo di un paragrafo che riportava erroneamente che era stato eliminato l’obbligo vaccinale. Ci scusiamo per l’errore.