Google Plus chiude: dati a rischio di 500 mila utenti

Google Plus chiude dati a rischio di 500 mila utenti

Google Plus chiude: dati a rischio di 500 mila utenti

Un errore di funzionamento di un sistema o di un programma in informatica si chiama bug. Tecnicamente è ciò che ha determinato la falla nel sistema di Google Plus. Il problema ha determinato un rischio per i dati di centinaia di migliaia di persone iscritte alla piattaforma del gruppo Google. La risposta sarà netta. Infatti il gruppo ha comunicato la volontà di chiudere Google Plus trasformando il social network in una piattaforma di servizi a disposizione delle aziende. Google, con Facebook e poche altre società a livello globale, è leader mondiale della pubblicità online. In un mondo in fortissima evoluzione sono gruppi da cui ogni giorno passano miliardi di informazioni. E per i quali il tema della sicurezza e della privacy si fa sempre più nevralgico.

Google Plus chiude, report WSJ

Le polemiche che riguardano Google Plus dipendono non solo dalla vulnerabilità che ha determinato l’altissimo potenziale di rischio per 500.000 iscritti. Ciò che ha colpito l’opinione pubblica è che a rendere note le criticità sia stato il Wall Street Journal con un report pubblicato ad ottobre 2018. Tanto più perché Google Plus già dallo scorso marzo è venuto a conoscenza del problema. Addirittura proprio il report del WSJ riferisce di un documento interno all’azienda con cui si avvertivano i dirigenti del gruppo del rischio di un pericoloso danno di immagine conseguente alla diffusione della notizia in quel periodo.

Un periodo nel quale si è molto parlato degli scandali Cambridge Analytica e Facebook. A poco vale l’informazione fornita da un portavoce di Google secondo cui la società avrebbe voluto a breve rendere note le criticità attraversate a causa del bug.

Google Plus chiude, bug da 2015 a 2018

Nel merito Google ha spiegato in maniera approssimativa la causa del problema. Si sa solo che è derivato dal set di istruzioni dedicato agli sviluppatori di terze parti. Per errore gli sviluppatori di app esterne sarebbero potuti entrare in possesso di nomi utente, indirizzi email, professioni, generi ed età di numerosi profili privati. Il bug, nato nel 2015, è stato corretto a marzo 2018. Secondo le rassicurazioni fornite dall’azienda nessuno degli sviluppatori erano a conoscenza della possibilità di accedere alle info riservate.

Google Plus chiude ma non è l’unica conseguenza. Il gruppo aumenterà il livello della sicurezza dell’intera infrastruttura di interscambio tra i propri servizi e le app di sviluppatori terzi, limitando l’accesso che queste ultime possono richiedere e ottenere ai dati contenuti nei servizi Google e alle funzioni dello smartphone, come la lista delle chiamate.

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