Legge 104: permessi per riposo, nessun licenziamento dal datore

Legge 104: domanda e permessi, tempi di risposta

Legge 104: permessi per riposo, nessun licenziamento dal datore

I permessi retribuiti garantiti ai titolari di Legge 104 possono essere utilizzati anche per riposarsi. Un concetto non certo inedito, ma ribadito da una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 30676 del 27 novembre 2018. Ricordiamo che i permessi retribuiti sono un’agevolazione che può essere data sia ai soggetti disabili in condizione di gravità sia ai familiari che li assistono. E consistono in 3 giorni di permessi retribuiti al mese.

Permessi Legge 104: come funzionano

Tali giornate devono essere impegnate dai lavoratori familiari del soggetto con disabilità grave nell’assistere quest’ultimo. Ma non per forza in via continuativa ed esclusiva. Queste condizioni sono state recentemente riviste alla luce del fatto che il lavoratore, diviso tra attività lavorativa e di caregiving per il familiare disabile non avrebbe più tempo per sé. E verrebbe meno quindi il principio che stabilisce l’obbligo di riposo per il lavoratore.

Ciò non toglie che il giorno di permesso retribuito possa essere utilizzato solo per se stesso, anzi. La maggior parte della giornata deve essere impiegata nell’assistenza al familiare disabile, ma una parte della stessa può essere anche usata per se stesso. Se un’azienda non si fida e assume un investigatore per scoprire cosa fa il suo lavoratore durante le giornate di permesso retribuito deve essere al corrente che il lavoratore non resterà tutta la giornata al domicilio del familiare disabile, né gli sarà vietato di uscire. Il lavoratore potrà infatti fare delle commissioni per il familiare, e quindi essere “beccato” al supermercato, oppure alle Poste a pagare un bollettino, e via dicendo. Tutte attività, insomma, che sono rivolte all’assistenza del disabile tout court.

Non è inoltre negato al lavoratore dedicare un paio d’ore anche a se stesso, proprio per quella necessità di riposo che, con un’assistenza continuativa ed esclusiva al familiare con handicap grave, verrebbe meno. A ribadire questo concetto ci ha pensato anche la Corte di Cassazione con una recente sentenza.

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Permessi Legge 104: possono essere usati per riposarsi?

L’episodio trattato dagli ermellini riguardava proprio una lavoratrice che utilizzava i permessi retribuiti non solo per assistere la madre disabile. L’azienda per cui lavorava l’ha così licenziata, ma la Cassazione l’ha condannata a reintegrare la dipendente e a risarcirla. “La Corte territoriale ha chiarito, basando su questo la decisione, che la lavoratrice nelle giornate oggetto della contestazione aveva comunque dedicato il proprio tempo ad attività riconducibili in senso lato al concetto di assistenza, non potendo essere, quest’ultimo, interpretato in modo restrittivo limitatamente alla sola attività di accudimento”.

Infine, “la Corte territoriale ha valutato in concreto la riferibilità delle attività svolte dalla lavoratrice, come accertate nel giudizio, alle cure e assistenza della madre disabile anche considerando ed escludendo l’utilizzo dei permessi e congedi in funzione meramente compensativa delle energie impiegate dal dipendente la detta assistenza”. Sono stati quindi presi in considerazione “i criteri interpretativi del concetto di assistenza come integrato dagli orientamenti del giudice di legittimità” con riferimento alla sentenza n. 29062/2017 della stessa Cassazione.

Pertanto, da un lato si precisa che l’assistenza al disabile non deve essere continuativa. Ma può essere anche “in senso lato” (ma comunque nella maggior parte della giornata). Inoltre è ribadita la necessità del riposo in funzione delle energie impiegate dalla lavoratrice nell’assistenza al disabile.

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