Diritti padri separati: assegno di mantenimento e figli. Cosa dice la legge

I diritti dei padri separati: che cosa dice in proposito la legge a tutela del loro ruolo e alcuni orientamenti giurisprudenziali in merito.

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Diritti padri separati: assegno di mantenimento e figli. Cosa dice la legge

Sappiamo tutti dei problemi e difficoltà connessi all’evento della rottura del legame matrimoniale, a seguito di separazione o divorzio. Si tratta di conseguenze che investono sia i coniugi, sia la prole, ove presente. Vediamo un po’ più da vicino com’è attualmente inquadrata la figura del genitore separato, in particolare sul piano dei diritti dei padri separati.

Diritti padri separati: la funzione dell’assegno di mantenimento 

Tra i vari diritti-doveri spettanti ai padri separati, c’è quello del versamento dell’assegno di mantenimento. Esso è inquadrato come un contributo di tipo economico ed è finalizzato ad essere misura di sostentamento all’altro coniuge e all’eventuale prole. Come affermato dal legislatore, in realtà entrambi i coniugi potenzialmente possono versarlo: non c’è pertanto alcuna prescrizione normativa che imponga soltanto al padre di versare tale contributo economico. Ciò perché entrambi i coniugi hanno il diritto di mantenere la famiglia, secondo propri redditi e disponibilità, anche in caso di rottura del legame matrimoniale. Se è vero che di solito è il padre a versare l’assegno, ciò è dovuto a ragioni prettamente statistiche.

 Sarà il giudice a fissare l’importo di questo contributo, non la legge. Dovrà, discrezionalmente, valutare le circostanze di specie, tenendo conto in particolare di redditi e patrimonio di padre e madre.

Diritti dei padri separati: cosa accade in caso di disoccupazione del padre

Secondo la maggiore giurisprudenza, in caso di disoccupazione, il genitore che non abbia lavoro non è esonerato dall’obbligo di versamento dell’assegno. Ciò in quanto la disoccupazione è ritenuta comunque condizione temporanea e anche perché può esservi una disponibilità patrimoniale del padre disoccupato, da cui attingere. Solo ultimamente, la Corte di Cassazione, si è mostrata maggiormente comprensiva della eventuale situazione sfavorevole del padre disoccupato. Ha infatti riconosciuto che, se il padre è in grave difficoltà economica oppure in stato di disoccupazione assoluta, involontaria e incolpevole, può non ritenersi costretto a versare alcun contributo economico. Ciò significa che i giudici, in queste circostanze, hanno sospeso l’obbligo di versamento dell’assegno fino al miglioramento dello status economico del soggetto che sarebbe tenuto a versarlo.

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Diritti padri separati: l’affidamento dei figli

Tra i diritti dei padri separati c’è anche quello, ovviamente, di educare e crescere la prole. Ciò perché i figli, a loro volta, hanno diritto ad continuare ad avere un rapporto continuativo e sereno con entrambi i genitori. Alcuni anni fa è stata peraltro introdotta la cosiddetta legge sull’affidamento condiviso. Essa dispone che la responsabilità genitoriale (e quindi i relativi diritti) sia ripartita equamente tra madre e padre separati. Tutte le scelte fatte dovranno essere sempre e comunque nell’interesse superiore del minore o dei minori coinvolti.

Diritto all’affidamento e disoccupazione: cosa accade

Una questione spinosa è quella in cui uno dei due genitori versi in difficoltà economica per disoccupazione. Ci si domanda infatti se il padre disoccupato possa perdere il diritto all’affidamento del figlio. Secondo la Cassazione, permane l’affidamento condiviso ad ambo i genitori, anche in caso di disoccupazione del padre, che non gli consenta peraltro di versare l’assegno. La ragione di tale orientamento è legata all’eventualità di un forte legame affettivo tra padre e figlio. Qualora sussista, la preminente tutela dell’interesse del figlio fa sì che permanga il diritto all’affidamento anche per il padre disoccupato (a nulla rilevando eventuali difficoltà economiche che gli impediscano di versare un contributo economico).

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