Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello era “lucida e senza pietà”

Loris Stival, Veronica Panarello non soffriva di doppia personalità, ma era perfettamente quando ha soffocato suo figlio di soli 6 anni

Loris Stival
Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello era “lucida e senza pietà”

La Corte D’Assise ha confermato la condanna a trent’anni di carcere per Veronica Panarello. La giovane donna è accusata di aver strangolato il figlio, Loris Stival, di appena 6 anni. Il legale della Panarello aveva invocato l’infermità mentale della propria assistita, richiedendo una seconda perizia psichiatrica.

Respinta, dunque, la richiesta di sottoporre Veronica Panarello ad un ulteriore esame probatorio. Secondo la Corte, la giovane madre era infatti perfettamente in grado di intendere e di volere quando, quella fatidica mattina del 29 novembre 2014, strangolò il piccolo Loris Stival con una fascetta da elettricista.

Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello, calunnie ai danni del suocero

Veronica Panarello ha agito con crudeltà e senza provare pietà per il bambino, di appena 6 anni. Ancora oggi, non sono chiare le motivazioni dell’atroce gesto. La donna subirà, inoltre, un secondo processo per calunnia ai danni del suocero Andrea Stival, accusato dalla stessa di aver ucciso il bambino per nascondere una presunta relazione clandestina.

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La ragazza si difende, tuttora, accusando il suocero, con il quale affermava di aver intrattenuto per anni una relazione extraconiugale. I giudici, dal canto loro, non hanno mai creduto alla versione dei fatti di Veronica Panarello. Gli indizi, fin dall’inizio, mostravano chiaramente la sua colpevolezza.

Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello, l’omicidio e la messa in scena

Il giorno dell’omicidio, la donna si presentò alle porte dell’istituto di scuola primaria che Loris Stival frequentava. Il suo intento era quello di inscenare un caso di scomparsa, nonché di crearsi un alibi.

Dopo alcune ore di ricerche, il corpicino senza vita del bambino venne ritrovato in un canale in una zona periferica del paese. Addosso portava i segni evidenti di uno strangolamento. L’arma del delitto utilizzata fu una delle semplici fascette da elettricista, che il padre di Loris custodiva in garage.

Maria Iemmino Pellegrino

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