Pensioni di invalidità, sociale e vecchiaia: modifiche in vista dopo il decreto

Pensioni di invalidità, sociale e vecchiaia: saranno previste modifiche nel passaggio parlamentare alle misure del decreto? Imperversa il dibattito.

Pensioni di invalidità, sociale e vecchiaia
Pensioni di invalidità, sociale e vecchiaia: modifiche in vista dopo il decreto

Novità pensione invalidità 2019


Le nuove misure previdenziali introdotte col decreto contenente Quota 100 e reddito di cittadinanza sono in vigore. Dopo l’ok del consiglio dei ministri dello scorso 17 gennaio è arrivata prima la bollinatura della Ragioneria dello Stato e a seguire la firma del Presidente della Repubblica. Successivamente, in data 28 gennaio 2019, il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E dal 29 gennaio 2019 sono appunto in vigore le misure contenute nello stesso decreto che devono essere convertite nel giro di 60 giorni. Importante sottolineare a questo punto che nel corso del passaggio parlamentare le misure potranno essere emendate o modificate.

Pensioni di invalidità, sociale e vecchiaia, possibili emendamenti

Nel corso degli ultimi giorni si sono registrati interventi da parte di associazioni che chiedono modifiche in fase parlamentare rispetto al contenuto del decreto. Insoddisfazione viene manifestata in particolare per l’assenza di misure ritenute sufficienti a favore delle pensioni di invalidità e sostegno ai disabili. Secondo alcune indiscrezioni le due forze politiche di maggioranza, M5S e Lega, starebbero studiando interventi ad hoc per andare incontro alle proteste delle associazioni. La richiesta prevede l’aumento dei fondi per disabili. Al momento è riservato all’interno dei requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanza che il patrimonio mobiliare possa avere una soglia più alta in presenza di soggetti disabili. Il testo per per la precisione parla di 5 mila euro in più per ogni componente con disabilità.

Pensioni di invalidità, associazioni contro decreto

Abbastanza dure le parole contro l’azione del Governo Conte utilizzate dalle realtà associative impegnate sul campo che si levano dalla Sicilia come riferito da livesicilia.it. Si tratta di Anffas Sicilia e Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish): “Vengono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità – sostiene in un comunicato Vincenzo Falabella, presidente di Fish e Antonio Costanza, vicepresidente di Anffas Sicilia – criterio che avevamo chiesto fosse espunto dal decreto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo”.

Pensioni di invalidità, associazioni accusa governo “Si gioca coi numeri”

Nel testo delle slide presentate dal governo per pubblicizzare quanto previsto dal decreto a proposito del Reddito di Cittadinanza si fa esplicito riferimento “255.000 nuclei familiari con disabili riceveranno il reddito di cittadinanza”. La risposta delle associazioni è abbastanza polemica. “Si gioca con i numeri”. “In Italia, e ce lo dice Istat, esistono 1 milione 700mila nuclei in condizione di povertà assoluta. Questi rappresentano, per dichiarazione dello stesso governo, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza. All’interno di quei nuclei poveri assoluti vi sono anche persone con quella disabilità che è una delle prime cause di impoverimento”.

L’accusa rivolta al governo da parte di Anffas Sicilia e Fish è di trattare le persone con disabilità meno favorevolmente delle famiglie in cui non sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità. “E questo a identica situazione di povertà assoluta”.

A rincarare la dose arrivano la parole della psicologa Lunia Ales: “Non contemplare le persone con disabilità quando si parla di reddito di cittadinanza e lavoro significa sottolineare, ancora una volta, l’esclusione tout court di una categoria già fragile di per sé”.

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A questo punto non ci resta che seguire l’iter parlamentare di conversione del testo del decreto per sapere se e cosa sarà effettivamente modificato. Chiaramente qualsiasi volontà di apportare modifiche dovrà essere coniugato dalla individuazione delle risorse necessarie. A tal proposito vogliamo ricordare, per dovere di cronaca, che i tempi di approvazione del decreto hanno subito rallentamenti proprio alla luce delle difficoltà oggettive che l’esecutivo ha dovuto affrontare e superare legate alle scarse risorse a disposizione.

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