Bonus cultura per tutti e taglio finanziamenti editoria, parla Crimi

Bonus cultura: scontro in Senato per l’emendamento proposto da Cangini (FI). Interviene il sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi.

Bonus cultura per tutti e taglio finanziamenti editoria, parla Crimi
Bonus cultura per tutti e taglio finanziamenti editoria, parla Crimi

Ieri la polemica, scaturita da un emendamento respinto. Durante la discussione in Senato del DL 4/2019 Reddito di cittadinanza e pensioni, il senatore Andrea Cangini (FI) propone un emendamento all’art. 27 relativo al bonus cultura.

“Nei giorni scorsi, durante un’audizione sul bonus cultura in 7a Commissione, mi sono reso conto che i neodiciottenni con i 500 euro del bonus cultura possono fare qualsiasi cosa tranne che acquistare o sottoscrivere un abbonamento a un giornale on line o cartaceo” spiega Cangini durante la seduta di ieri. “È evidentemente una disattenzione… che l’emendamento in esame intende colmare… Questa misura non ha costi per lo Stato e quindi do per scontato che, come in Commissione, anche in Assemblea tutti si trovino d’accordo su questa misura” conclude il senatore forzista.

Bonus cultura: estenderlo all’acquisto di giornali?

La relatrice Nunzia Catalfo (M5S) rimette il parere nelle mani del Governo. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Cominardi, dà parere contrario.

Prima della votazione sull’emendamento, prendono la parola numerosi senatori, dando il via ad un botta e risposta degno d’interesse che si conclude con l’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria e all’informazione Vito Crimi.

“Signor Presidente, sono sconcertato dal parere del rappresentante Governo e non riesco a capire quale possa essere la logica” commenta il proponente Cangini. “Sinceramente non riesco a comprendere la ragione del parere negativo, salvo pensare che allora è vero che vi accanite contro i giornali – continua il senatore di Forza Italia – È evidentemente una cosa diseducativa nei confronti dei diciottenni, ai quali avete appena detto, implicitamente, che leggere un giornale non serve alla crescita individuale e della società. Assumetevi la vostra responsabilità e vergognatevi” conclude.

Al senatore risponde la cinquestelle Michela Montevecchi, anche lei membra della Commissione cultura: “Vorrei ricordare al senatore Cangini che è in corso una serie di audizioni proprio in materia di bonus cultura, durante le quali sono emerse numerose istanze, non solo quella relativa al suo ampliamento ai quotidiani, alle riviste e ai periodici. Il senatore Cangini sa benissimo che tutti i membri della Commissione cultura sono d’accordo sull’opportunità di estenderlo… Non facciamo quindi facili polemiche” bolla la senatrice.

Bonus cultura: maggioranza vs opposizione

“Dopo aver letto l’emendamento, ho chiesto gentilmente al collega primo firmatario di potervi apporre la mia firma. E dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico per un motivo molto semplice” dichiara il senatore dem Marcucci. “C’è una crisi molto forte dell’editoria e i giornali hanno difficoltà. Credo pertanto si debbano educare i giovani – continua il senatore – a leggere i giornali e soprattutto alla libertà. Ci sono partiti come il M5S e la Lega che evidentemente non hanno chiaro questo aspetto. O meglio, l’hanno molto chiaro, ma non aderiscono al concetto”. E ancora Marcucci: “quest’iniziativa non costa niente. Giustamente la relatrice si è rimessa al Governo e quest’ultimo, con una scelta precisa, si è dichiarato contrario a inserire l’opportunità per i giovani diciottenni di spendere in quotidiani questi soldi che vengono dati loro per la formazione. Lo ritengo inconcepibile e completamente fuori luogo”.

Bonus cultura: interviene Crimi, sottosegretario con delega all’editoria

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Crimi, una volta presa la parola, distingue due piani di discussione: da una parte la destinazione del bonus cultura, dall’altra la crisi dell’editoria.

“In merito al bonus cultura, già la collega Montevecchi ha rappresentato che c’è l’intenzione di rivederlo nella sua interezza. Ricordo – asserisce il sottosegretario cinquestelle – che in provvedimenti precedenti c’erano altre misure che sono state richieste o sollecitate per l’inserimento nel bonus cultura. Per cui in termini generali non c’è solo questo”. Passando alla crisi dell’editoria: “non deve essere il bonus cultura uno strumento o la casa per incentivare il lettore. L’incentivo al lettore deve essere invece universale, per tutti, anche al di là del bonus cultura” afferma Crimi.

E ancora: “Nell’ambito dei risparmi di spesa ottenuti dalla riduzione del finanziamento diretto agli editori, quei risparmi di spesa saranno utilizzati per intervenire progressivamente sul sistema dell’editoria nel suo complesso, nel quale il punto centrale sono i cittadini. L’intervento che quindi avrete… sarà proprio quello di utilizzare i risparmi dei soldi non più dati agli editori a sostegno degli abbonamenti ai giornali. Non solo dei diciottenni, ma anche dei sedicenni, dei ventenni e dei sessantenni, di tutti”. Secondo il sottosegretario è questo “l’intervento che bisogna fare, che serve a creare pluralismo, cultura e sostegno all’editoria dell’informazione. Ma anche al diritto di informarsi ancor prima che di informare”.

Bonus cultura: non rientra l’acquisto dei giornali

In conclusione, Crimi afferma che il Governo è contrario all’emendamento Cangini per il fatto che non è con il bonus cultura ai diciottenni che si deve sostenere l’editoria. E aggiunge, a rinforzo della sua tesi, che il bonus cultura è un percorso attivato dal Ministero per i beni e le attività culturali, mentre alla crisi dell’editoria dovrà pensare lui avendo la delega relativa. E lo farà prossimamente con un provvedimento mirato al settore dell’informazione e dell’editoria stesso.

Il dibattito sull’emendamento va avanti ancora tra battibecchi e scontri vari concludendosi con “il Senato non approva”.

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