Pensione anticipata con 46% di invalidità che fine ha fatto la proposta?

Pensione anticipata a partire dal 46 per cento di invalidità. Una proposta di cui si parla da tempo, ma ancora inattuata. Che fine ha fatto? Il punto.

Pensione anticipata con 46% di invalidità
Pensione anticipata con 46% di invalidità che fine ha fatto la proposta?

Anticipata con 46% di invalidità


Da tempo si parla della possibilità di estendere la pensione anticipata anche ai soggetti che hanno tra il 46% e il 74% di invalidità. Sul tema era stato anche attuato un emendamento a firma PD presentato in Senato dai promotori Nicoletta Favero e Gianluca Susta. L’obiettivo era quello di estendere la possibilità della pensione anticipata agli invalidi dal 46% al 74%, per l’appunto. Una percentuale di invalidità piuttosto alta e che mal si confaceva con la prosecuzione lavorativa fino in tarda età. Di quell’emendamento, apparentemente lodato e approvato, poi non se n’è fatto più nulla.

Una proposta di questo genere si è succeduta poi nel corso degli anni, fino al 2018. L’obiettivo era sempre quello: impedire agli invalidi 46%-74% di lavorare fino a 67 anni. E sfruttare così le misure già esistenti, come Ape sociale e Opzione Donna, per far rientrare questi soggetti nella categoria dei “beneficiari”. Nella recente riforma pensioni, tuttavia, le parole sono rimaste tali e nulla si è concretizzato ancora su questo fronte.

Pensione anticipata: cosa spetta agli invalidi 46-74%

Niente pensione anticipata per i soggetti con tasso di invalidità compreso tra il 46% e il 74%. A loro spettano altri tipi di agevolazioni, che adesso andiamo a elencare.

Solo i soggetti con invalidità pari o superiore al 74% ricevono anche un beneficio prettamente economico, traducibile in un assegno mensile di assistenza. Questi ultimi hanno anche la possibilità di richiedere 2 mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro svolto al fine di agevolare l’accesso alla pensione.

Pensione anticipata invalidi: le uscite possibili

Dell’emendamento di cui sopra se ne parla dal 2017 ma a oggi non sono pervenute ancora delle modifiche a riguardo, pertanto restano ancora in vigore le misure esistenti. Ciò significa che solo i soggetti con invalidità pari o superiore al 74% hanno la possibilità di sfruttare l’uscita anticipata. Una delle soluzioni percorribili corrisponde all’Ape sociale, prorogata fino al 31 dicembre 2019, se si hanno 63 anni di età e 30 anni di contributi.

Altra soluzione è la pensione anticipata precoci, che però è riservata solo a chi ha lavorato almeno 1 anno prima dei 19 anni di età e ha in totale una carriera contributiva ammontante a 41 anni. Per saperne di più sull’argomento, vi rimandiamo alla lettura di questo approfondimento.

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