Pensioni ultima ora: Quota 100, requisiti ampliati con emendamento. Chi entra

Pensioni ultima ora: in corso la conversione del decreto n. 4/2019 che ha introdotto Quota 100. Ecco chi potrà essere interessato dalle possibili modifiche

Pensioni ultima ora Quota 100, requisiti ampliati con emendamento. Chi entra
Pensioni ultima ora: Quota 100, requisiti ampliati con emendamento. Chi entra

Emendamenti per Quota 100 a marzo 2019


Quota 100 è realtà dopo la pubblicazione del decreto n. 4/2019 in Gazzetta Ufficiale dello scorso 28 gennaio. Attualmente è in corso la conversione in legge dello stesso decreto col passaggio con esame ed approvazione di Senato e Camera. Altissima l’attenzione sulle novità con cui potrebbe essere modificato l’impianto normativo relativo a previdenza e reddito di cittadinanza.

Pensioni ultima ora, emendamento Quota 100 per 1.300 esodati

Alcune anticipazioni di merito sono state pubblicate dal Sole 24 Ore secondo cui il Governo avrebbe approntato un emendamento riferito ad una parte dei lavoratori cosiddetti esodati.

Vediamo dettagliatamente di cosa si tratta. Secondo il quotidiano economico-finanzario “con un riscatto a forfait di 2.620 euro per ogni anno di mancata contribuzione, fino a un periodo massimo di otto annualità, poco più di 1.300 lavoratori esodati potranno accedere alla pensione anticipata con quota 100 o con Opzione donna”.

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Pensioni ultima ora, ricalcolo contribuzione aggiuntiva

Secondo quanto viene anticipato nelle cronache di stampa vi sarebbero ancora altri possibili interventi di modifica in programma.

Il governo – secondo quanto trapela – avrebbe messo a punto un emendamento che interverrebbe per il ricalcolo della contribuzione aggiuntiva di cui beneficiano attualmente i sindacalisti riducendone la portata ai fini della valorizzazione della pensione futura. Dovrebbe valere solo per chi si trova nel regime misto e con un’anzianità contributiva al 1992 e non dovrebbe essere retroattiva.

Pensioni ultima ora, altre possibili modifiche

Sono molti altri gli argomenti tirati in ballo in queste settimane. Per esempio a più riprese dalle associazioni vicine alle istanze dei disabili sono arrivate all’esecutivo richieste per una maggiore attenzione al tema, anche all’interno dei requisiti per il reddito di cittadinanza.

Oppure c’è chi ha chiesto che possano essere considerati agevolazioni contributive per le donne lavoratrici con figli. Con la possibilità di richiedere, come requisito necessario alla pensione, una minore contribuzione in base al numero di figli.

Ecco alcune ipotesi circolate: riconoscere tre anni di contributivi figurativi ad ogni donna di età superiore ai 50 anni e con almeno 20 anni di contributi o un anticipo dell’età anagrafica di 4 mesi per le donne per ogni figlio avuto, fino ad un massimo di 12 mesi, per maturare prima la pensione. O consentire alle lavoratrici con un figlio disabile di andare in pensione meno anni di pensioni.

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