Pensioni ultima ora: Quota 100 disoccupati, niente ricambio generazionale

Pensioni ultima ora, il prof. Riccardo Puglisi sottolinea l’importanza di conoscere dall’Inps il numero di disoccupati che ha fatto domando per Quota 100.

Pensioni ultima ora Quota 100 disoccupati, niente ricambio generazionale
Pensioni ultima ora: Quota 100 disoccupati, niente ricambio generazionale

Pensioni ultima ora: uno dei temi più caldi nel dibattito pubblico resta quello previdenziale. Dopo l’avvio delle misure previste dal Decreto Legge n. 4/2019 come Quota 100 il dibattito si concentra sugli effetti immediati e sulle conseguenze che le misure avranno nel medio periodo.

Pensioni ultima ora, adesioni a Quota 100

I due elementi spesso citati nelle varie discussioni e soprattutto dagli esperti sono il numero di adesioni e la percentuale di ricambio in termini di occupazione.

Sul primo fronte è certamente possibile affermare che il riscontro è positivo. Visto che stando ai numeri ufficiali forniti direttamente dall’Inps ad oggi (fine marzo 2019) si parla di oltre 100 mila domande di pensione anticipata tramite Quota 100.

Pensioni ultima ora, effetti su ricambio occupazionale

Il secondo elemento è ancora da decifrare. Il Governo spera molto nella possibilità che Quota 100 produca come effetto il ricambio occupazionale con un aumento di opportunità da parte dei giovani affinché trovino appunto lavoro.

Sulla questione sono state avanzate le prime stime. Secondo uno studio della Fondazione consulenti del lavoro presentato da poco il rapporto sarà di 1 a 3. Quindi 1 nuovo posto di lavoro ogni 3 domande di Quota 100. Ancora più basse le stime di ricambio occupazionale secondo il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla. Addirittura l’economista ipotizza, nel settore privato, una percentuale del 10%. Quindi 1 nuovo posto di lavoro ogni 10 nuovi pensionati.

Pensioni ultima ora, quanti disoccupati nelle 100 mila domande di Quota 100?

Nel dibattito previdenziale si registra, tra gli ultimi, l’intervento di Riccardo Puglisi dell’Università di Pavia che è stato intervistato da Alessandro D’Amato per lo spazio informativo targato Michele Santoro. Il professore di economia politica evidenzia un aspetto fondamentale. Ovvero il fatto che a fronte delle 100.000 richieste annunciate dall’Inps non si conosca la percentuale o il numero di domande effettuate da disoccupati.

Il ragionamento di Puglisi è abbastanza logico. Difficilmente lo spazio lasciato da un disoccupato potrà produrre un nuovo posto di lavoro. E il professore trova “paradossale” che l’Inps non fornisca tale elemento mentre invece ha dato sinora tanti dettagli sulla segmentazione delle domande avanzate (% uomini-% donne,% domande da nord-centro-sud, settore pubblico-privato ecc.).

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Pensioni ultima ora, i risparmi prodotto dalla riforma Fornero e la questione degli esodati

Tornando alla necessità di approvare la riforma Fornero, Puglisi ha ricordato come l’urgenza richiesta dalla situazione dell’epoca abbia determinato poi il crearsi di conseguenze impreviste come quella degli esodati.

L’economista, già candidato con Scelta Civica cioè lo stesso movimento creato dall’allora premier Monti, ha ricordato che grazie alla cosiddetta riforma Fornero sono stati prodotti risparmi per 300 miliardi di euro e che le salvaguardie per gli esodati sono costate tra i 10 e i 15 miliardi di euro.

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