Brexit ultime news: no deal, cos’è e che conseguenze può portare

Westminster boccia le alternative al piano May per Brexit. Dalla Ue avvisano: “Più vicina un’uscita senza accordo”. Ecco cosa accadrebbe in caso di no deal

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Brexit ultime news: no deal, cos’è e che conseguenze può portare

Oltre la Manica la situazione si fa di ora in ora più complessa. Il Parlamento inglese, per la seconda volta in pochi giorni, ha bocciato tutte le possibili alternative al piano del governo su Brexit. Piano che lo stesso Parlamento ha respinto, a sua volta, in ben tre occasioni.

I deputati di Westminster si sono confrontati sui quattro voti alternativi che nella scorsa tornata aveva ricevuto più adesioni. A fermarsi ad appena tre voti dalla soglia della maggioranza (273 su 276 voti), è stata la proposta di una permanenza del Regno unito nell’unione doganale in cambio dell’impegno inglese di rinunciare ad accordi commerciali autonomi con Paesi terzi. Ma anche questa opzione, meglio conosciuta come soft Brexit, non ha passato il vaglio della Camera dei Comuni.

Mentre il primo ministro inglese Theresa May pensa a un quarto voto per il suo accordo, dall’Unione europea fanno sapere di essere preparati ad un’uscita della Gran Bretagna senza accordo.

Per Michel Barnier, a capo delle trattative tra Ue e Gran Bretagna, la prospettiva di un no deal “diventa ogni giorno più probabile. I 27 sono pronti”. Ma avverte: “Essere preparati ad uno scenario di ‘no deal’ non significa che non ci saranno disagi. Non andrà tutto liscio. Ci saranno problemi“.

Brexit ultime news: cosa succede in caso di no deal

Tutti, fatta eccezione per gli hard brexiter, sono a lavoro per scongiurare l’ipotesi di un’uscita no deal, ovvero senza un accordo tra Gran Bretagna e Unione europea. Eppure, se non si troverà una soluzione lampo entro il prossimo 12 aprile, questa resta l’ipotesi più plausibile.

Per i fautori di una Brexit nuda e cruda l’uscita senza accordo potrebbe rivelarsi, dopo una prima fase di difficoltà, una chance per la Gran Bretagna di affrancarsi definitivamente dalla UE. Per tutti gli altri, invece, l’orizzonte di un no deal assume tratti che vanno dal preoccupante al tragico: crollo del PIL, blocco del traffico aereo, code chilometriche alle frontiere, mancanza di farmaci, merci

Al di là delle future conseguenze, che nessun analista al momento può quantificare con esattezza, l’uscita senza accordo provocherebbe una serie di effetti immediati da cui discendono i vari scenari. Come si legge nel documento redatto dalla Commissione europea Prepararsi al recesso del Regno Unito dall’Unione europea“, anche in caso di accordo “il rapporto del Regno Unito con l’Unione non sarebbe comunque un rapporto da Stato membro: il Consiglio europeo ha ribadito sistematicamente che un paese terzo non può vantare gli stessi diritti e godere degli stessi vantaggi di uno Stato membro“. Tuttavia, senza un patto preventivo, le conseguenze sarebbero molto più nette.

Il Regno Unito diventerebbe un paese terzo tout court e il diritto dell’Unione non potrà più essere applicato. In quanto paese terzo, poi, sia i cittadini europei residenti nei confini britannici, che i cittadini inglesi residenti nell’Unione diventerebbero di fatto cittadini extracomunitari.

A questo si aggiungerebbe il venir meno di uno dei principi fondamentali di Maastricht: la libera circolazione delle persone e delle merci.

Alle frontiere si applicherebbero la normativa e le tariffe dell’Unione europea, compresi controlli e verifiche sanitarie, e la verifica di conformità alle norme dell’UE.

Brexit ultime news: gli effetti del no deal in concreto

Come si legge nel documento della Commissione, in caso di no deal “le conseguenze sui trasporti tra il Regno Unito e l’Unione europea sono pesanti. I controlli doganali, sanitari e fitosanitari alle frontiere possono causare notevoli ritardi, ad esempio nel trasporto su strada, e difficoltà nei porti”. Il che, tradotto, potrebbe significare code chilometriche lungo il Canale della Manica e nel porto di Dover. Le merci, cibo ma anche farmaci, resterebbero fermi per giorni al confine provocando, entro due settimane, carenze all’interno del Paese. Secondo alcuni si potrebbe arrivare ad impiegare la Raf, l’aviazione militare britannica, per portare beni di prima necessità nel paese.

Uno scenario apocalittico ma non del tutto lontano dalla realtà se si pensa che il governo ha già varato un piano per l’evacuazione della famiglia reale. In caso di no deal, la Regina Elisabetta, insieme alla sua famiglia, sarà trasferita in un luogo segreto lontano da Londra in modo da mettere la Corona al riparo da eventuali disordini e tumulti.

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