Click&Crack alias HFT

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Ore 20.45 Italiane di Giovedì, cataclisma a Wall Street. L’indice DJ perde 1000 punti in cinque minuti.

 

La crisi greca? Il “contagio”? Moddy ha declassato anche l’Inghilterra o gli USA? Ops. scusate…un trader ha messo una “b” al posto di una “m”. Nel frattempo qualcuno forse si è suicidato. Scusateci per l’errore…Delle due l’una, se è vero qualche “sbadato” ha sul “dito” la possibilità di rovinare intere aziende e Stati sovrani, oppure il “dito” ha un suo senso…

 

Riepiloghiamo la situazione, alle 14.45 (ora di New York) c’è un ondata di vendite incredibile in maniera simultanea in tutti i principali mercati finanziari statunitensi.  A quanto riferiscono le agenzie c’è stato un errore nell’inoltro di un ordine di vendita della Procter&Gamble da parte di un operatore (si dice di Citigroup). Ma come è possibile che un “errore di distrazione” provochi un terremoto finanziario? Non è certo il primo caso di errori marchiani nell’inoltro di ordini, basti dire che nel Febbraio 2009 è noto che UBS inoltro’ un’ordine di acquisto errato per 31 miliardi di dollari sui bond di una nota casa di videogiochi (Capcom) sul mercato giapponese. L’ordine (con cinque zeri in piu’ del voluto) fu poi cancellato senza troppe “domande” e UBS se la cavo’ senza danni.

Nel caso di ieri vediamo cronologicamente che cosa succede: (fonte Reuters)

Quello che si puo’ notare in maniera evidente dal grafico, è che l'”evento” descritto (alias l’ipotetico errore) si ripercuote immediatamente non solo sulla azienda Procter &Gamble, ma sull’indice intero NASDAQ, sull’indice S&P e persino sull’indice del Crude Oil. Ed il tutot nel giro di pochissimi minuti se non secondi.  Addirittura la quotazione di Accenture (qui non rilevata) riesce a scendere da quasi 40$ di valutazione a circa un centesimo (si, un centesimo) di dollaro per due minuti circa.

Per comprendere il fenomeno, occorre spiegare che cosa sta succedendo nei mercati finanziari da diverso tempo a questa parte. Nel grafico in testa all’articolo si evidenziano le “tappe” di un fenomeno oramai pervasivo all’interno dei mercati finanziari. Si chiama HFT, alias High Frequency Trading, in italiano “compravendite ad alta frequenza”.

Si tratta in brevi termini di “sostituire” agli operatori umani, degli algoritmi computerizzati di gestione delle compravendite finanziarie. Si tratta di software estremamente sofisticati, multi-mercato ed a strategie multiple, che operano sulla base di analisi “al millesimo di secondo” sulla base del computo di guadagno o di perdita. Capaci persino di analizzare “euristicamente” le notizie e di trarne “direzioni” e strategie. Tutto perfetto? Un corno.

Ora vediamo “quanti” di questi infernali meccanismi hanno ripercussioni sul nostro oramai “ipotetico” mercato.

Nel mercato americano abbiamo una percentuale di “utilizzo” di questi software che è arrivata al 66% , e anche nel resto dei mercati la percentuale è imponente. Certo, sono “stime”, ma il dato è rilevantissimo. Ma che cosa vuol dire?

Vuol dire semplicemente che sulla base di una minimale analisi tecnica, (nel caso di ieri si parlava del cosiddetto “supporto” a 1150) un trader (o un gruppo di investitori) di medie-grosse dimensioni puo’ tranquillamente decidere di “disintegrare” il mercato con un semplice click, in quanto questi software costituiscono un gigantesco “amplificatore” di qualunque movimento “sensibile” sia pur limitato ad un semplice titolo. Basta essere nelle condizioni in cui ci si puo’ “aspettare” un crack, e innescare la miccia. E il tutto in pochissimi secondi. Ora, nel caso in esame il NASDAQ ha deciso unilateralmente di “eliminare” tutte le transazioni tra le 14.45 e le 15.00 della giornata del 6 Maggio. Scusateci, il “crack” è un errore tecnico. Ma che razza di mercato è mai questo? E gli altri? E le ripercussioni dopo le 15.00? Siamo al surreale.

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Senza pensare poi alle mostruose manipolazione di mercato che permette uno scenario di questo tipo, che si badi bene, oltretutto non è “limitato” alle singole azioni, ma a tutte le tipologie di prodotti finanziari in stretta correlazione. E se qualcuno facesse un “ipotetico” errore e altri, magari ben “collegati” si pappassero la maggioranza azionaria di qualche bella società che si fa? E’ sempre un errore? Facciamo che quello che si è comprato prima dell’ora X non vale e quello dopo si?

O se un terrorista di Al-Quaeda (ammesso e non concesso che esista) si appropria della tastiera?  Pensiamo a tali “strumenti” applicati al mercato delle obbligazioni statali, che facciamo, giochiamo a Risiko con la pelle di milioni di persone?

Mi viene in mente una delle celeberrime “Leggi di Murphy” che recitava piu’ o meno cosi’ “Se i costruttori costruissero come i programmatori programmano, il primo picchio che passa potrebbe distruggere la civiltà”

Al tempo in cui fu formulata faceva sorridere, magari oggi un po’ meno…