Conflitto di interessi: stop cariche pubbliche ai milionari. La legge

Dal Movimento Cinque Stelle un nuovo progetto di legge sul conflitto d’interesse. Nuovi paletti per milionari e proprietari di tv e giornali

legge di stabilità
Conflitto di interessi: stop cariche pubbliche ai milionari. La legge

Non voglio fare una legge contro qualcuno. Di solito si pensa a una sola persona e invece sono tanti, sono quelli che gli hanno fatto opposizione per anni. E lui sicuramente è quello che ha più paura di tutti”. Luigi Di Maio non lo cita mai nel suo discorso, durante un comizio elettorale a Pescara, eppure il riferimento a Silvio Berlusconi è palese.

La cornice è quella della legge sul conflitto d’interessi che i Cinque Stelle hanno annunciato di voler presentare a breve in Parlamento.

Conflitto di interessi: nessun incarico di governo ai milionari

L’intero progetto sul conflitto d’interesse prevede l’armonizzazione di tre diversi disegni di legge. Il primo, presentato dalla deputata Anna Macina, è già stato ribattezzato ddl anti-milionari. La proposta di legge, infatti, delega al governo l’adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione. In pratica stabilisce che i soggetti titolari di patrimoni mobiliari o immobiliari di valore superiore ai 10 milioni di euro non potranno ricoprire alcun incarico di governo, locale o nazionale, e nelle authority.

Lo stesso principio sarà applicato anche a chi possiede partecipazioni superiori al 2% in imprese titolari di diritti esclusivi, monopoli, radio e tv, editoria, internet o imprese di interesse nazionale.

Conflitto di interessi: nuovi criteri di incandidabilità

La seconda proposta, a firma Fabiana Dadone, riprende le fila da una precedente disegno di legge presentato nella scorsa legislatura sui criteri di candidabilità al parlamento nazionale ed europeo. Il testo prevede che si trovi in una condizione di conflitto d’interesse il candidato proprietario di “partecipazioni superiori al 5% del capitale sociale, ovvero anche inferiore a tale percentuale in caso di società con un volume di affari superiore a 10 milioni di euro annui o comunque superiore al 3% del volume di affari complessivo nel mercato di riferimento in ambito nazionale”. Il conflitto di interessi si verificherebbe anche in caso di società e imprese estere, gestite, per interposta persona, da coniugi, parenti o società fiduciarie.

Conflitto di interessi: stop alle revolving doors

L’ultimo disegno di legge mira a regolamentare il cosiddetto fenomeno delle revolving doors, ovvero delle porte girevoli. Coloro che hanno rivestito incarichi pubblici, parlamentari, membri del governo o consiglieri regionali, dovranno rispettare un periodo di attesa prima di svolgere attività di lobbying.

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