Affitto prima casa senza perdere l’agevolazione. Come si fa

Come funziona l’affitto prima casa: quali interrogativi si pongono per il proprietario? si posso mantenere le agevolazioni fiscali?

Affitto prima casa senza perdere l'agevolazione. Come si fa
Affitto prima casa senza perdere l’agevolazione. Come si fa

La tematica di affittare la prima casa riguarda, in verità, molte persone. C’è chi infatti, complice la crisi economica, preferirebbe usare la prima casa come fonte di reddito da affitto, perché magari è disposto a vivere in una casa più piccola e meno dispendiosa, oppure perché sta valutando se trasferirsi all’estero o in un’altra città per motivi di lavoro. Vediamo di seguito cosa la legge dice in merito, e se è possibile l’affitto prima casa senza perdere agevolazioni.

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Alcuni interrogativi fondamentali

È chiaro che domandarsi se e come affittare la prima casa, non comporta una facilissima riflessione e una risposta agevole all’interrogativo. Infatti sono in gioco diverse considerazioni di opportunità e di convenienza. Il privato proprietario di una prima casa, con tutta probabilità, avrà dubbi di natura fiscale, legati al pagamento di IMU e TASI e all’esenzione delle imposte; di natura legale, inerenti l’eventuale rischio che l’affittuario si riveli moroso e inadempiente; nonché di natura economica, in relazione all’effettivo guadagno che si può trarre da un eventuale affitto prima casa. Ecco perché è importante aver a mente le indicazioni normative in merito.

L’affitto prima casa dal lato fiscale: è una buona scelta?

È chiaro che è comprensibile che il privato proprietario si domandi se è conveniente, da un punto di vista fiscale, l’affitto prima casa. Ciò anche in considerazione del fatto che l’abitazione principale o prima casa è esente dal pagamento sia di IMU, sia di Tasi. La regola fondamentale è che dimora e residenza, ai fini delle agevolazioni fiscali, debbono coincidere. Pertanto, se il proprietario va a stare altrove (pur lasciando la residenza nella precedente casa, cosa peraltro vietata, essendo reato di falso in atto pubblico), mutando la dimora, perderebbe di conseguenza anche alcune agevolazioni fiscali. Il Comune, infatti, attraverso la registrazione del contratto di affitto, sa già che il proprietario non è più nella prima casa, e quindi sarebbe pronto ad esigere IMU e Tasi.

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Discorso diverso con riferimento al bonus prima casa: si tratta infatti di un’agevolazione che, anche in caso di affitto prima casa, può essere mantenuta. Con bonus prima casa intendiamo una particolare agevolazione, operativa nel momento del rogito, e che ha la rilevante funzione di consentire un oggettivo risparmio sul pagamento dell’imposta di registro o sull’IVA, e inoltre, su tutte le tasse collegate alla compravendita dell’abitazione (imposta catastale ed ipotecaria). Anche nelle circostanze dell’affitto prima casa, tali agevolazioni permangono, laddove il proprietario si sposti, ma vada a vivere sempre nello stesso Comune. In altre parole, la cosiddetta “prima casa” può essere oggetto di contratto di affitto, senza perdere l’agevolazione del “bonus”. Le norme sul punto infatti dicono che la residenza, al fine di avere l’agevolazione, è da indicare nel Comune, e non in una via o zona specifica di esso.

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