Laureati in Italia, dove sono cresciuti di più, Sud in fondo alla classifica

I laureati in Italia si concentrano al Nord. Anche le aree del Centro-Sud in cui erano più della media ora ne hanno meno del resto del Paese

Laureati in Italia, dove sono cresciuti di più, Sud in fondo alla classifica

L’Italia assieme alla Romania è il Paese europeo in cui ci sono meno laureati, lo sappiamo. La crescita della proporzione di persone che ottengono un titolo universitario senza ritirarsi prima è stata insufficiente a ribaltare tale posizionamento. Non siamo riusciti a raggiungere i livelli dei Paesi più avanzati in questo senso.

Ma come è andata a livello regionale? Quanta differenza c’è tra una regione e un’altra su questo argomento? A prescindere dalla crescita che c’è stata quale regione è ora in testa quanto a numero di laureati?

È possibile confrontare la situazione del 2004 e quella del 2018. Posto il valore italiano medio uguale a zero nel 2018 era il Friuli Venezia Giulia a distinguersi di più, con un +5,7% rispetto alla media nazionale. I laureati erano il 32,7% contro il 27% nazionale.

Nel 2004 il Friuli si staccava di pochissimo, solo il 0,6% dalla media invece.

Grande anche il progresso della Lombardia, da un +1,4% a un +5%. C’è poi il caso del Veneto, che nel 2004 era sotto la media nazionale e ora la supera del 2,5%. Grandi progressi anche da parte dell’Emilia Romagna, ora al terzo posto tra le regioni.

Al contrario perde posizioni l’Abruzzo, che era terzo con il 2,6% di laureti più della media italiana e nel 2018 era scivolata a -0,8%. Così anche le Marche si avvicinano al valore italiano che prima superavano del 2,2%.

E poi vi sono quelle regioni del Sud come Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna in cui vi è stato un ulteriore peggioramento. La Sicilia è passata dall’avere il 3,2% in meno di laureati ad averne ben l’8, 2% in meno.

La Campania passa da -2,3% a -6,5%. La Sardegna da -2,9% a -6,3%

I laureati in Italia specchio della maggiore disuguaglianza tra nord e Sud

Di seguito vediamo la stessa distanza dalla media per provincia sotto forma di mappa. Al Nord, soprattutto al nord Est sono molte di più le province ora con più laureati della media, in verde, e che il 2004 ne avevano di meno, come Treviso, Trento, Verona, Venezia. Ma anche Ferrara, Vercelli, Biella, Como, Lecco.

Al CentroSud invece Salerno passa in negativo, come Messina e Cagliari, e il rosso aumenta in Puglia e in Campania

In un certo senso appare finita quell’eccezione italiana che vedeva alcune aree economicamente meno sviluppate avere più laureati di altre in cui l’occupazione, i salari, i redditi erano superiori.

Era diventato uno stereotipo quello del Veneto che diplomatosi in istituti tecnici trovava subito lavoro in fabbrica guadagnando bene senza sentire il bisogno di iscriversi all’università come magari il coetaneo abruzzese, romano, pugliese, proveniente da realtà con minore occupazione.

Era la teoria dell’università come “parcheggio”.

Oggi appare come se l’Italia si sia allineata ad altri Paesi occidentali, dove sono le aree economicamente più sviluppate a vedere più laureati, sia per una questione culturale, sia per il maggior costo di un percorso di studi.

E le regioni più arretrate lo sono ancora di più.

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