Buoni fruttiferi postali: rimborso di 110 mila euro in Irpinia. Il ricorso

Continua il contenzioso tra risparmiatori titolari di buoni fruttiferi postali e Poste Italiane: un nuovo caso ad Avellino si è risolto contro il Gruppo.

Buoni fruttiferi postali: rimborso di 110 mila euro in Irpinia. Il ricorso

Prosegue ormai da mesi il contenzioso tra Poste Italiane e i risparmiatori titolari dei buoni fruttiferi trentennali. La vicenda è sempre la solita: Poste risarcisce ai titolari dei buoni interessi inferiori a quelli realmente spettanti, per cavilli burocratici contestati all’azienda da diversi Tribunali. La mancanza di un timbro che esplichi realmente le modifiche agli interessi ha infatti consentito a diversi risparmiatori, previa assistenza di un’associazione di consumatori o di legali specializzati, di essere risarciti delle giuste somme. L’ultimo caso è avvenuto ad Avellino.

Buoni fruttiferi postali: il caso ad Avellino

Come riporta Irpinia News, Poste Italiane è stata obbligata a pagare 110 mila euro a un titolare di due buoni fruttiferi al quale originariamente ne aveva riconosciuto la metà, 55 mila euro. Ciò è avvenuto a seguito di un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale di Avellino, che ha preso come riferimento principale una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale fa fede quanto è riportato sul buono fruttiferi postale. Elemento che ha dunque maggior preminenza rispetto alle modifiche introdotte con l’ormai notissimo decreto ministeriale del 1986. Il risparmiatore, per la causa, è stato assistito dall’avvocato Stefano Vozzella del Foro di Avellino e dall’avvocato Fabio Scarmozzino del Foro di Torino.

Buoni fruttiferi: risparmiatori vs Poste Italiane, nuovo precedente

Quello di Avellino si aggiunge così alla lista dei precedenti ai quali i titolari dei Buoni fruttiferi postali che si sono visti riconoscere interessi dimezzati possono rivolgersi nella perpetrazione di una causa legale finalizzata a ottenere quanto effettivamente spettante. Ricordiamo tuttavia che ogni caso va analizzato singolarmente, per valutare se ci sono i presupposti per avanzare richieste di questo tipo a Poste Italiane e non essere beffati anche dal pagamento delle spese processuali. A tal proposito, i legali di un’associazione di consumatori di riferimento possono essere di aiuto per verificare la correttezza della pretesa.

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