Sinfonie dei Buchi neri: il prossimo obiettivo degli Astrofisici

Sinfonie dei Buchi neri: il prossimo obiettivo degli Astrofisici. Gli esperti puntano ad ascoltare in futuro le sinfonie dei corpi più massivi del cosmo.

Sinfonie dei Buchi neri il prossimo obiettivo degli Astrofisici
Sinfonie dei Buchi neri: il prossimo obiettivo degli Astrofisici

Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Astronomy dal gruppo coordinato dall’Astrofisico Karan Jani, dell’Università americana Vanderbilt, ha rivelato quello che sarà il futuro obiettivo degli astrofisici: Ascoltare le sinfonie dei buchi neri tramite le onde gravitazionali. Ricerca pubblicata anche grazie alla collaborazione col California Instite of Technology (Caltech), il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della NASA e l’Istituto di Tecnologia americano della Georgia (GeorgiaTech).

Sarà il prossimo obiettivo dell’astronomia multimessaggera orientata sull’individuazione di onde gravitazionali, segnali che hanno le frequenze tipiche dei massivi e voraci corpi celesti che hanno ancora tutto da farci scoprire sul loro conto.

In passato ci era già stato possibile ascoltare le “sinfonie” di due buchi neri prodotta dalle loro onde gravitazionali, la prima ed ultima volta ad averlo registrato per essere precisi. Nel 2015 due buchi neri, la cui massa si avvicina in maniera approssimativa a quella del Sole, si fusero l’uno con l’altro generando una forte distorsione delle onde gravitazionali. Queste frequenze furono poi percepite e raccolte sotto forma di dati dal VLT dell Eso (Very Large Telescope) facendoci ascoltare quella melodia, unica e particolare, che fu prodotta dall’evento.

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Karan Jani sulle sinfonie dei buchi neri

In futuro, ci confermano gli autori della ricerca, grazie ai satelliti ad alta risoluzione Virgo e Ligo (che fin dall’Aprile 2019 scrutano lo spazio interstellare ed al loro successore Lisa che lavorerà con questi due nel 2034) saremo capaci di ascoltare di nuovo le melodie prodotte dalle onde gravitazionali dei buchi neri, sia che essi siano grandi all’incirca quanto il sole, sia che questi lo superino in massa di milioni di volte.

Conclude Karan Jani, autonominatosi “cacciatore di buchi neri”: “Come un’orchestra che emette suoni diversi e distinti, allo stesso modo cattureremo dalle collisioni tra buchi neri onde gravitazionali a diverse frequenze per poi poter ricostruire la bellissima musica prodotta da questi spettacolari corpi”.

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