Indicazione origine pasta 2020: addio etichetta da aprile, cosa cambia

L’obbligo dell’indicazione di origine pasta cadrà ad aprile 2020: ecco cosa cambia e quali sono le novità a riguardo da sapere.

Indicazione origine pasta 2020
Indicazione origine pasta 2020: addio etichetta da aprile, cosa cambia

Fino al 31 marzo 2020 troveremo sugli scaffali dei nostri supermercati pacchi di pasta con l’indicazione dell’origine della produzione sull’etichetta, poi stop: l’indicazione dell’origine pasta in etichetta non sarà più un obbligo per le aziende. A stabilirlo è il nuovo regolamento esecutivo UE 775/2018, in vigore dal 1° Aprile, che modifica il precedente Regolamento n. 1169 del 2011 che consentiva a ogni Stato membro dell’Unione europea di arricchire le informazioni e i dettagli da indicare sull’etichetta di pasta, riso, latte, passata di pomodoro, per quanto riguarda la materia prima usata. Da aprile di quest’anno tale obbligo cadrà e sarà rispettato solo in determinati casi e condizioni che a breve illustreremo. Sta di fatto che il consumatore non potrà più sapere con certezza la provenienza esatta del cibo che andrà a consumare.

Indicazione origine pasta, latte e riso 2020: cosa cambia da aprile

Cosa cambia dal 1° aprile 2020? Semplicemente entrerà in vigore una nuova etichettatura di origine dell’Unione europea, come stabilito dal regolamento esecutivo UE 775/2018, nel quale si prevede che l’obbligo di indicare la provenienza della materia prima sarà valido solo in alcune circostanze, e più precisamente quando il consumatore può essere tratto in inganno da un simbolo sulla confezione (ad esempio la bandiera tricolore) che però rappresenta una contraddizione nei confronti della vera provenienza del prodotto. Facendo un esempio pratico, se su un pacco di pasta con il simbolo del tricolore ha del grano non prodotto in Italia, ci sarà l’obbligo di indicare la provenienza della materia prima. Ciò avviene, come stabilisce la direttiva, solo in caso di ingrediente primario, ovvero di “l’ingrediente o gli ingredienti di un alimento che rappresentano più del 50% di tale alimento o che sono associati abitualmente alla denominazione di tale alimento dal consumatore e per i quali nella maggior parte dei casi è richiesta un’indicazione quantitativa”.

Il nuovo regolamento, comunque, non è applicato a prodotti Dop, Igp e Stg né a quelli con marchio registrato che indica già la provenienza del prodotto. La nuova direttiva, inoltre, non sembra essere particolarmente rigorosa sull’obbligo di indicazione della provenienza della materia prima, in quanto potrà essere messo Ue o non Ue, così come il Paese o la regione.  

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