Immobile intestato al coniuge: a chi conviene e a chi no. La guida

Immobile oggetto di intestazione e trasferimento di proprietà al coniuge: quali sono i benefici sul piano fiscale? Chi ci guadagna? Quali sono i rischi?

Immobile intestato al coniuge a chi conviene e a chi no. La guida
Immobile intestato al coniuge: a chi conviene e a chi no. La guida

Ci si può legittimamente domandare se è davvero conveniente, oppure no, effettuare l’intestazione di un proprio immobile al coniuge e quindi di fatto dar luogo a un trasferimento della proprietà attraverso le regole della donazione. Cerchiamo di seguito di capire quali possono essere gli aspetti positivi e negativi di tale scelta, in modo da avere a priori un quadro chiaro e poter fare la miglior scelta per le proprie esigenze.

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Immobile oggetto di intestazione al coniuge: perché

In effetti, i motivi che portano ad intestare un immobile alla moglie o al marito possono essere di vario tipo, ma essenzialmente sono di natura fiscale, con una correlata possibilità di risparmiare denaro. Vediamo, in una sintetica carrellata, quali sono gli aspetti positivi di un’intestazione del proprio immobile al coniuge.

Intestazione immobile al coniuge per non rischiarne il pignoramento

Una prima rilevante ipotesi in cui può essere, in qualche modo, utile un’intestazione dell’immobile al coniuge è quella per la quale un debitore si “libera” della proprietà dell’immobile, per non rischiare che tale bene sia pignorato dall’Agenzia delle Entrate o da un creditore, attraverso le procedure di espropriazione forzata. Tuttavia, ai creditori in queste circostanze è consentito – con quella che in gergo è detta “azione revocatoria” – di rivolgersi al giudice, entro cinque anni dall’atto di intestazione (la donazione), per ottenerne la revoca. I creditori debbono però provare che il debitore non ha altri averi su cui far valere l’esecuzione forzata. In altre parole, se tale escamotage non è adottato molto prima dell’insorgenza dello status di insolvenza, con tutta probabilità fisco o creditori si opporranno in tribunale.

Intestazione immobile al coniuge e versamento del canone Rai

Su questo punto, non ci sono particolare dubbi: l’intestazione dell’immobile al coniuge comporta il dover versare un secondo canone Rai, ma esclusivamente se il soggetto intestatario risiede effettivamente nella seconda casa intestata. Altrimenti, permanendo l’identica residenza con il marito, il canone Rai da pagare sarà soltanto uno.

Intestazione casa alla moglie e imposta municipale propria (IMU)

Per quanto riguarda una possibile esenzione dal pagamento dell’IMU, chiariamo subito che anche con l’intestazione di un immobile al coniuge, la situazione dal punto di vista fiscale resta praticamente invariata. Infatti, nella mera ipotesi di coniugi che non convivono più all’interno della stessa abitazione (perché ad esempio lavorano entrambi fuori città e sono frequentemente impegnati in trasferta), sarà possibile avvalersi per due volte dell’esenzione Imu. La legge è piuttosto chiara sul punto: per non dover versare l’Imu sull’abitazione principale è obbligatorio che, nell’immobile in oggetto, il contribuente abbia indicato sia la propria dimora abituale e della sua famiglia, sia la propria residenza e della sua famiglia. In altri termini, se il marito decide di intestare l’immobile alla moglie, non cambia nulla sul piano Imu: infatti, la dimora abituale permane identica per il nucleo familiare, cambiano solo le residenze. Risultato: l’imposta andrà pagata comunque.

Bonus prima casa e intestazione immobile al coniuge

Un evidente vantaggio dell’intestazione di una casa al coniuge deriva dal cosiddetto “bonus prima casa”, che consente un sostanzioso risparmio in termini di riduzione Iva e imposta di registro. Per ciascun contribuente, tale bonus vale una sola volta nei confronti del fisco e consente a chi non è proprietario nello stesso Comune di un altro immobile e contemporaneamente non è proprietario – nella penisola – di altro immobile su cui ha già fatto valere tale bonus, una tassazione agevolata, un beneficio fiscale appunto. Tale agevolazione però – come accennato – spetta una sola volta e, pertanto, per ottenerla è necessario che l’immobile di cui si è proprietari sia ceduto ad altri, oppure è necessario che la casa nuova sia intestata al coniuge: solo così potrà di fatto acquistare una seconda casa e sfruttare – in via indiretta – il bonus prima casa.

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Quali sono i “contro” dell’intestazione alla moglie o marito?

Ebbene, dovrebbe essere ormai chiaro che la scelta dell’intestazione, ovvero del materiale trasferimento di proprietà con donazione, può comportare alcuni vantaggi da un punto vista giuridico. Ma ad essi si contrappongono alcuni aspetti negativi o svantaggi, che qui di seguito sintetizziamo.

Anzitutto, in ipotesi di separazione e divorzio, non sarà possibile domandare ed ottenere la restituzione del bene donato all’ex coniuge, tranne nelle circostanze in cui sia dimostrabile la cosiddetta “intestazione fittizia”. Infatti, le donazioni in linea generale non possono essere revocate. Altre conseguenze negative potrebbero derivare dalla mutazione delle richieste del coniuge, avvenuta nel passaggio dalla separazione al divorzio: in pratica, la ex moglie potrebbe non limitarsi ad accettare la mera donazione dell’immobile, ma rivendicare anche, ciò nonostante, l’assegno di mantenimento.

Concludendo, è chiaro che la scelta di avvalersi delle regole dell’intestazione di un immobile al coniuge deve tener conto delle circostanze concrete in cui si inserisce la vita di coppia, ma anche e soprattutto di quelli che potrebbero esserne gli sviluppi futuri.

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