Coronavirus e lavoro in nero: ecco perché i lavoratori rischiano il carcere

Il lavoro nero è una delle vittime predilette dal Coronavirus, stando alle ultime disposizioni elencate nel DPCM dell’11 marzo 2020. Ecco perché.

Carcere
Coronavirus e lavoro in nero: ecco perché i lavoratori rischiano il carcere

Il lavoro nero è una delle vittime del Coronavirus: come ben saprete, le ultime disposizioni governative impongono di portare sempre con sé il modello di autocertificazione Coronavirus (o al massimo sarà fornito dalle forze dell’ordine). Tale modello serve a giustificare il motivo della propria uscita: ricordiamo infatti che è possibile uscire di casa solo quando è strettamente necessario (ad esempio, per fare la spesa), o per esigenze lavorative. In ogni caso le forze dell’ordine che fermano le persone che escono da casa sono tenute a fare controlli in tempo reale o successivi: se il soggetto beccato fuori sta mentendo, rischia grosso, anche e soprattutto a livello penale.

Coronavirus e lavoro nero: chi rischia il carcere e perché

Da qui il “problema” dei lavoratori in nero, che da un lato non possono giustificare la propria uscita per esigenze lavorative e dall’altro non possono mentire. Una contraddizione, un paradosso, che colpisce soprattutto baby sitter, colf e badanti (ma non solo), considerando anche che stando a dati Istat relativi al 2017 l’incidenza del lavoro irregolare (una buona parte di questo è in nero) è molto alta nel settore dei servizi e in particolare nel settore dei servizi alla persona.

Fare la spesa in due al supermercato: quando serve l’autocertificazione?

Da una parte il soggetto che compila e firma l’autocertificazione non può dire di non stare andando a lavorare, altrimenti rischia di essere arrestato (fino a 3 mesi di carcere, più ammenda fino a 206 euro) per false dichiarazioni e attentato alla salute pubblica nel caso in cui il soggetto sia in condizione di quarantena perché febbricitante o positivo al virus. Dall’altra, qualora dica di andare a lavorare e poi si scopre che tale lavoro è in nero, il committente rischia ulteriormente grosso, stando alla normativa vigente che stabilisce sanzioni economiche pesanti per chi sfrutta i lavoratori.

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