Film post apocalittici e apocalittici da vedere. Storia e perché piacciono

Perché piacciono i film post apocalittici e apocalittici, le cause psicologiche. Ecco i principali titoli di pellicole da vedere.

Film post apocalittici da vedere in quarantena: ecco i titoli
Film post apocalittici e apocalittici da vedere. Storia e perché piacciono

Città in fiamme, caotiche e tumultuose fughe oppure lande desolate, senza alcuna traccia di un volto amico. Questi gli scenari tipici dei film apocalittici e post apocalittici che affascinano milioni di spettatori fin dalla nascita della Settima Arte. Il genere, collegato spesso a cataclismi, catastrofi e disturbanti distopie, è stato declinato in forme originali pur mantenendo inalterata la struttura portante.

In realtà l’origine del tema è antichissima e indissolubilmente legata al rapporto tra uomo, natura e mondo. Ma quali sono gli elementi che rendono irresistibile la visione di spettacoli così drammatici?

L’estetica del sublime e l’Apocalisse


Per scoprire la motivazione che spinge l’uomo ad amare film ambientati prima, durante e dopo la distruzione di massa è necessario fare un passo indietro e riflettere innanzitutto sul concetto di Sublime. Il termine, composto latino da sub “sotto” e limen “soglia”, letteralmente indica ciò che è al limite e la sua elaborazione teorica affonda le radici nel Trattato del Sublime, opera risalente al I secolo d.C. di autore ignoto, che studia lo stile retorico elevato capace di suscitare pathos nel pubblico. È però nel 1700 con l’avvento del Romanticismo che tale procedimento diviene protagonista indiscusso dell’arte. Ecco quindi che quadri raffiguranti catastrofi, città in fiamme, cataclismi di violenza inaudita sconvolgono e affascinano gli spettatori provocando sensazioni contrastanti.

È Edmund Burke, grande politico, filosofo e scrittore britannico a mostrare chiaramente il legame tra il piacere dell’orrore e il sublime. Il pensatore definisce quest’ultimo come “Tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore.” Immagini drammatiche come tsunami, terremoti e disastri d’ogni tipo spaventano portando alla luce le paure più grandi dell’uomo da sempre connesse al timore di un sovvertimento dell’ordine del cosmo e al conseguente ritorno del caos primigenio. Allo stesso tempo però tali visioni sollecitano l’istinto individuale di autoconservazione trasmettendo così un senso di potenza inaudito.

Perché piacciono i film apocalittici e post apocalittici?

Se ad un primo livello interpretativo è evidente il fascino scatenato da opere di questo tipo, la psicologia disvela le motivazioni profonde alla base di questa forma d’intrattenimento. Il celebre psichiatra e psicanalista Carl Gustav Jung nei suoi studi ha dimostrato come le catastrofi siano degli archetipi dell’immaginario collettivo ovvero un’idea costante fin dalle origini dell’uomo sulla terra. La visione poi di scenari apocalittici e post apocalittici scatena nell’uomo meccanismi consci e inconsci di crescita. In primo luogo le immagini terrificanti hanno un effetto catartico in quanto ci danno la possibilità di vivere un’esperienza incredibile senza conseguenze. In secondo luogo seguire le vicende di personaggi che vanno incontro alla morte rende anche ai nostri occhi più sopportabile l’idea della fine. Inoltre lungometraggi di questo tipo ci permettono di ammirare l’impossibile o quantomeno l’inverosimile. Di grande importanza è anche l’elemento educativo: spesso il protagonista del film intraprende un percorso di maturazione e noi con lui.

Da non sottovalutare è l’intrattenimento che offre uno spettacolo di questo tipo e la sensazione di piacere che molte persone provano al cospetto delle sofferenze altrui anche se di pura finzione. Opere di questo tipo hanno poi anche il merito di scatenare reazioni fisiche come l’aumento del battito cardiaco e il rilascio di adrenalina che dopo il picco di tensione portano a un rilassamento del corpo e quindi a distrarci dalle preoccupazioni quotidiane. Quest’ultimo fatto spiega anche perché molto spesso si preferisce un lungometraggio post apocalittico o addirittura horror ad una commedia che sconvolge in misura minore e di conseguenza ha anche un potere limitato sulla psiche.

Apocalisse e religione

Le motivazioni psicologiche alla base del fascino esercitato da queste opere è quindi strettamente legato ad ancestrali paure e domande che l’uomo si pone sulla propria esistenza, il destino e il mondo circostante. A questi temi universali tutte le religioni hanno tentato di dare risposte e infatti non a caso il termine Apocalisse ha origini sacre. Composto dal prefisso greco ἀπο “da” e il verbo καλύπτω “nascondo” sta ad indicare la scoperta, la rivelazione di cose nascoste da Dio. La maggior parte degli studi in materia concordano nel collocare la nascita del concetto presso le comunità ebraiche che parlavano greco e solo successivamente si sarebbe diffuso tra i cristiani.

Un esempio è l’Apocalisse di Giovanni ma anche altre religioni trattano lo stesso argomento e hanno come costanti l’agnizione di verità assolute e il succedersi di fenomeni straordinari. Nel corso dei secoli il termine ha subito uno slittamento di significato e attualmente indica qualsiasi calamità.

La scienza e l’Apocalisse nella realtà

Questo spostamento di senso spiega anche perché la maggior parte dei film post apocalittici non abbia matrice religiosa (seppur ce ne siano tanti tra i quali ricordiamo Prima dell’apocalisse di Vic Sarin, Genesi: La creazione e il diluvio diretto da Ermanno Olmi e San Giovanni – L’apocalisse di Raffaele Mertes) ma mostri catastrofi scatenate dall’uomo, la natura o agenti esterni. Dopo le religioni, la fine del mondo è diventata oggetto di studio della scienza a partire dall’elaborazione del paradosso di Fermi, valutazione delle possibilità di entrare in contatto con forme di vita extraterrestri.

Ma c’è mai stato nella storia un evento apocalittico? Non è facile rispondere a questa domanda ma alcuni studiosi sostengono che l’eruzione del supervulcano indonesiano Toba, avvenuta 75.000 anni fa, abbia messo a dura prova il futuro dell’umanità.

Caratteristiche del genere apocalittico

I film apocalittici raccontano la distruzione di massa mentre quelli post apocalittici sono ambientati dopo l’immane catastrofe. Entrambi rappresentano un sottogenere della fantascienza e sono accomunati principalmente da un evento straordinario in grado di far estinguere l’umanità o comunque la società tecnologica. Tali accadimenti possono essere causati dall’uomo (guerre, esperimenti scientifici), dalla natura (terremoti, tsunami, glaciazioni) o agenti esterni (invasioni aliene).

Le pellicole post apocalittiche possono essere ambientate sia poco dopo la calamità che in tempi molto posteriori. In quest’ultimo caso generalmente i protagonisti hanno perso la memoria storica e tutto ciò che riguarda il passato viene ricordato alla stregua di un mito. Caratteristiche estetiche ricorrenti sono luoghi desolati, deserti aridi e macerie di città un tempo splendenti. Spesso i pochi sopravvissuti sono costretti a vivere in condizioni drammatiche, vestirsi con pelli di animali e nascondersi dai razziatori, gruppi dediti al saccheggio e sciacallaggio.

I film apocalittici e post apocalittici

Come già detto in apertura di articolo, il tema è stato sviluppato in tutte le sue forme ed è strettamente connesso anche ad una parte del moderno survivalismo, movimento di persone che si preparano a fronteggiare imminenti o future catastrofi. Opere così strettamente connesse alle paure umane, al senso di responsabilità e il destino ultimo del mondo spesso nascondono una critica ambientale, sociale, politica o economica.

Nel corso degli anni il genere ha dato alla luce filoni diversi che hanno riscosso notevole successo sul piccolo e grande schermo. Per comprendere al meglio la sua fortuna basti pensare che il cinema è nato nel 1895 e il primo lungometraggio apocalittico è La fine del mondo, diretto da Abel Gance e uscito nel 1931. Oltre ad una lunga serie di b-movie su invasioni zombie, cataclismi e misteriosi virus, la Settima Arte ci ha regalato dei veri e propri capolavori che sono entrati nell‘immaginario collettivo. Tra questi è impossibile Non citare la saga di Mad Max, diretta da George Miller e ambientata in un mondo post apocalittico in cui in un arido deserto gruppi di predoni lottano furiosamente per sopravvivere. L’opera inoltre ha attinto a piene mani dalle ambientazioni di Hokuto No Ken, meglio conosciuto come Ken il guerriero.

Occhi bianchi sul pianeta Terra, Zardoz, Il seme della follia e Il pianeta delle scimmie

Ricordiamo Occhi bianchi sul pianeta Terra, pellicola di Boris Sagal (celebre anche il remake del 2007 Io sono leggenda con Will Smith) in cui il protagonista è l’unico sopravvissuto ad un olocausto batteriologico. Nonostante il budget ridotto è entrato nella storia anche Zardoz, opera firmata da John Boorman, in cui la civiltà è regredita e in balia di spietati sterminatori guidati da una enigmatica divinità. Un grande classico è Terminator di James Cameron in cui uno dei personaggi principali proviene da un futuro dominato dalle macchine.

Il grande regista dell’horror John Carpenter ha diretto Il seme della follia, film in cui solo alla fine lo spettatore comprende perché è possibile ascriverlo a questa categoria. Impossibile da dimenticare è Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner e il remake (molto criticato) di Tim Burton in cui il mondo è dominato dalle scimmie che trattano gli uomini come schiavi.

Film apocalittici e post apocalittici: Giorni contati, Equilibrium, 28 giorni dopo e Armageddon

In Giorni contati con l’avvicinarsi del nuovo millennio Satana discende sulla terra per scegliere una donna che possa partorire l’Anticristo. Equilibrium di Kurt Wimmer mostra la società umana che dopo l’Apocalisse è risorta ma sotto la guida di un leader che ha imposto un regime dittatoriale. Ma di cult movie ce ne sono ancora tantissimi. In 28 giorni dopo, perla firmata da Danny Boyle, dei primati, sottoposti ad esperimenti scientifici e liberati da un gruppo di attivisti, trasmettono un misterioso virus agli esseri umani che in pochissimo tempo si trasformano in mostri sanguinari.

È davvero difficile trovare qualcuno che non abbia visto Armageddon, pellicola in cui la sopravvivenza degli esseri umani è minacciata dall’imminente impatto di un enorme asteroide.

Resident Evil, Matrix, The road e Snowpiercer

Diverso dai precedenti è Resident Evil, ispirato all’omonima serie di videogiochi horror, che racconta la storia di una squadra speciale inviata in una base segreta per bloccare il virus che ha trasformato tutto lo staff in zombie. Quando poi si parla di macchine che hanno preso il sopravvento un posto d’onore spetta a Matrix, lungometraggio che ha reso famosi Andy e Larry Wachowski, in cui il protagonista vive in una realtà digitale creata da un computer. Il tema della sopravvivenza è invece centrale in The road di John Hillcoat, film che segue le vicende di un padre e un figlio scampati ad una catastrofe ma costantemente in pericolo.

Un forte sottotesto di denuncia sociale è presente in Snowpiercer, pellicola diretta dal premio Oscar Bong Joon – Ho. In un futuro in cui il mondo è stato distrutto da una nuova glaciazione e gli esseri umani sono stati costretti a rinchiudersi in un treno fendi ghiaccio che compie sempre lo stesso percorso. All’interno del convoglio ferroviario la popolazione viene suddivisa in base al reddito e le condizioni di vita tra i vagoni dei ricchi e dei poveri cambiano notevolmente.

Film post apocalittici e apocalittici. L’elenco

Sono davvero tantissimi i film apocalittici e post apocalittici. Di seguito l’elenco dei principali:

Tra i film post apocalittici ricordiamo anche:

Prosegue l’elenco dei film post apocalittici e apocalittici con:

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