Riunione BCE 4 giugno 2020: cosa è stato deciso. I cambiamenti

Cosa si è deciso durante la riunione BCE di giovedì 4 giugno 2020? Ecco quali sono i principali cambiamenti e le novità da sapere.

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Riunione BCE 4 giugno 2020: cosa è stato deciso. I cambiamenti

Cosa è stato deciso nella riunione BCE di giovedì 4 giugno 2020? Andiamo a vedere quali sono le principali novità, seguite e illustrate anche dalla conferenza stampa della presidente della BCE Christine Lagarde. Si è parlato molto di PEPP, ovvero il Pandemic Emergency Purchase Programme, ma anche dei tassi di interesse, ovviamente. Ecco cosa cambia.

Riunione BCE 4 giugno 2020: cosa è stato deciso

Dalla riunione BCE di ieri è emersa la conferma dei tassi di interesse, con il saggio di riferimento che resta fermo allo zero, e quello sui depositi che segna negativo (-0,5%). A tal proposito la Banca centrale europea ha reso noto che i tassi resteranno a questi livelli almeno finché l’inflazione non si consoliderà vicino al 2%. Interessante anche il discorso sul Pandemic Emergency Purchase Programme, abbreviato nel suo acronimo PEPP, che è stato incrementato di 600 miliardi di euro, portandosi così a ben 1.350 miliardi di euro. A livello di tempistica si è deciso di estendere il PEPP fino alla fine di giugno 2021, con un orizzonte più lungo (fine 2022) per reinvestire i proventi. Inoltre proseguirà la flessibilità degli acquisti fino al definitivo superamento della crisi epidemiologica. Infine è stato confermato il proseguimento degli acquisti nell’Asset Purchase Programme per 20 miliardi di euro al mese, acquisti che continueranno fino a quando la Bce non tornerà ad alzare i tassi di interesse di riferimento.

Conferenza stampa Christine Lagarde: i punti chiave

Stando alle proiezioni della BCE emerge una forte contrazione dell’economia europea nel secondo trimestre 2020, mentre la ripresa è prevista nei due trimestri successivi, anche se è complicato quantificare l’entità del rimbalzo. A seguito del calo dei prezzi dei prodotti energetici, l’inflazione resta su livelli bassi: 0,3% nel 2020, 0,8% nel 2021 e 1,3% nel 2022.

Cattivi numeri anche dal mercato del lavoro, peggiorato in maniera considerevole negli ultimi mesi, sebbene è nel mese di maggio che dovrebbe essere stato raggiunto il minimo. Tra i settori professionali più coinvolti quello manifatturiero e quello dei servizi. Per quanto riguarda il Pil si è registrata una contrazione del 3,8% nel primo trimestre 2020, ma nel secondo trimestre sarà ancora peggiore. Nel 2020 ci si attende un calo del Pil dell’8,7%, mentre al contempo si dovrebbe registrare un rimbalzo del 5,2% nel 2021 e del +3,3% nel 2022.

Interrogata sul PEPP, la Lagarde ha giustificato la sua estensione fino a giugno 2021 perché in quel periodo l’inflazione dovrebbe tornare a risalire secondo le stime. La funzione del programma è quello di evitare i rischi di frammentazione, affrontare gli stress temporanei e ottimizzare la trasmissione della politica monetaria.

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