Pensioni ultima ora: assegno di invalidità deve aumentare, la sentenza depositata

Pensioni ultima ora, per la Corte un assegno di 285 euro sia inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i “mezzi necessari per vivere”.

Pensione invalidità 2024
Pensioni ultima ora: assegno di invalidità deve aumentare, la sentenza depositata

Pensioni ultima ora – C’era attesa per il deposito delle motivazioni della sentenza della Consulta anticipata da un comunicato stampa della stessa Consulta pubblicato lo scorso 24 giugno 2020 e relativo ad una sentenza del 23 giugno 2020 circa l’esame di una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’appello di Torino.

Pensioni ultima ora, la decisione

Il caso è partito dalla situazione di una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno. La Corte ha ritenuto che un assegno mensile di soli 285,66 euro sia manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i “mezzi necessari per vivere” e perciò violi il diritto riconosciuto dall’articolo 38 della Costituzione, secondo cui “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”. È stato quindi affermato che il cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall’articolo 38 della legge n. 448 del 2001, debba essere assicurato agli invalidi civili totali, di cui parla l’articolo 12, primo comma, della legge 118 del 1971, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla legge. Conseguentemente, questo incremento dovrà d’ora in poi essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano, in particolare, di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro. La La Corte aveva già stabilito che la pronuncia non avrebbe effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.

Le motivazioni

Nelle motivazioni della sentenza c’è il richiamo della Corte al fatto che “le minorazioni fisico-psichiche, tali da importare un’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i 18 anni (ovvero quando sorge il diritto alla pensione di invalidità) e i 59, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende, a monte, da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento”.

Effetti e vincoli di bilancio

Pensioni ultima ora – Quali conseguenze ci saranno è facile immaginarlo (qui un nostro articolo di qualche mese fa sugli importi degli assegni di invalidità). La Consulta ha anche evidenziato che la maggiore spesa a carico dello Stato non viola l’articolo 81 Cost. “poiché sono in gioco diritti incomprimibili della persona” rispetto ai quali “i vincoli di bilancio non possono prevalere”.

Il legislatore, ciò posto, dovrà “provvedere tempestivamente alla copertura degni oneri derivanti dalla pronuncia, nel rispetto del vincolo costituzionale dell’equilibrio di bilancio in senso dinamico”. In ogni caso la Consulta ha fatto riferimento alla possibilità per il medesimo legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, “purché sia garantita agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione”.

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