Ritorno a scuola: caos e dubbi in vista del 14 settembre

Ritorno a scuola: le questioni sul tavolo e le idee per risolverle entro il 14 settembre, ovvero la data di inizio delle lezioni

Ritorno a scuola: caos e dubbi in vista del 14 settembre
Ritorno a scuola: caos e dubbi in vista del 14 settembre

L’evoluzione della curva epidemiologica certamente non aiuta il Ministero dell’Istruzione e lo stesso Governo a capire come programmare al meglio il ritorno a scuola, ormai vicino. Infatti, il giorno 14 settembre è al momento la data ufficiale in cui gli alunni potranno finalmente tornare a sedere sui banchi di scuola per seguire le lezioni, dopo svariati mesi di blocco dell’attività formativa. Cerchiamo tuttavia di seguito di fare il punto della situazione.

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In queste ultime settimane che separano dal ritorno a scuola, si è discusso di come organizzare gli spazi nelle aule e al fuori di esse, come trovarne di nuovi per evitare assembramenti diffusi tra gli studenti (si è calcolato che servono circa 20.000 aule) e si è anche deciso di utilizzare banchi monoposto, onde evitare distanze ravvicinate. L’architetto Renzo Piano, tra gli altri, ha proposto l’utilizzo di banchi di legno e si è fatta strada l’idea di usare i vecchi tribunali come spazi idonei all’insegnamento.

Il punto però è che non tutti gli studenti potrebbero fare ritorno a scuola in il giorno 14 settembre. Infatti, si sta ipotizzando di riaprire gli istituti scolastici a macchia di leopardo, ovvero con modalità differenti a seconda delle regioni o delle province; ciò in considerazione di quale sarà l’andamento dell’indice RT, che ha lo scopo di segnalare il tasso di contagiosità. Data fatidica sarà il 29 agosto, dato che circa due settimane prima dell’inizio ufficiale dell’anno scolastico (salvo spostamenti), il Comitato Tecnico Scientifico vaglierà i dati epidemiologici nella finalità di fare un bilancio su ciascuna regione e per decidere, eventualmente, un’apertura rimandata in alcune aree del territorio. Come alternativa al ritorno a scuola, scatterebbero le lezioni a distanza, ovvero via internet, in attesa di poter tornare alla normalità.

Altre questioni chiave in tema di ritorno a scuola, sono quelle legate all’uso eventuale della mascherine nella struttura (laddove non sia possibile evitare assembramenti o comunque garantire il distanziamento entro il metro di distanza), alle regole da seguire in ipotesi nella classe ci sia uno o più malati di covid-19 e alle modalità di spostamento degli alunni, dei professori e di tutto il personale scolastico sui mezzi pubblici come bus o treni.

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Ma cosa succederà se, dopo il ritorno a scuola, un alunno o un docente verrà trovato con la febbre sopra a 37,5° all’interno della struttura? Ebbene, le linee da seguire, approntate dall’Iss prevedono una sala Covid, vale a dire un locale presente in ogni istituto scolastico, predisposto per trattare i casi di covid-19 con sintomi. Nel caso si abbia un alunno con i tipici sintomi, la scuola sarà inoltre tenuta ad avvertire prontamente i genitori. L’alunno condotto a casa, svolgerà di seguito il tampone che, se sarà positivo, comporterà la messa in quarantena per 14 giorni dall’ultimo contatto, degli alunni e professori che sono stati a contatto con lui. A seguito di ciò, verrà reintrodotta la didattica online per il tempo necessario e le aule verranno sanificate secondo le procedure. Non è esclusa tuttavia una chiusura temporanea dell’intera struttura scolastica, come ha chiarito il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Il giovane potrà ovviamente fare ritorno a scuola soltanto a seguito di piena guarigione, vale a dire dopo due tamponi negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.

Concludendo, non resta che seguire l’evoluzione della curva e quelle che saranno le novità e le idee da concretizzare in vista del 14 settembre, ben consci che si tratta comunque di questioni delicate e a cui bisogna dare una soluzione ponderata e razionale, in tempi brevi.

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