Differenze appalti pubblici e privati: cosa cambia e chi li può fare

Subappalto cos'è, come funziona e quando rileva penalmente

Differenze appalti pubblici e privati: cosa cambia e chi li può fare

Gli appalti pubblici e gli appalti privati sono concetti che hanno rilievo a livello giuridico e che non di rado trovano spazio nelle notizie di cronaca, in relazioni a fatti poco edificanti. Ma non è ciò di cui vogliamo occuparci qui: di seguito vogliamo vedere da vicino qual è l’esatta differenza tra le due categorie di appalto citate, onde non rischiare di fare confusione. E’ pur sempre vero infatti che l’appalto è un istituto di vitale importanza per tutti coloro che, a vario titolo, operano nel mondo dell’imprenditoria. Facciamo chiarezza.

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Appalti pubblici e appalti privati: il contesto normativo di riferimento

Forse potrà apparire scontato, ma ricordiamo subito che l’appalto è un contratto e, per questa ragione, le norme generali del Codice Civile sui rapporti contrattuali trovano applicazione anche nei confronti degli appalti pubblici e privati. Per es. vale l’art. 1223 c.c. sul risarcimento del danno, in caso di contestazione da parte del committente per difetti dell’opera realizzata.

Ma il Codice Civile dà la formale definizione di appalto con un articolo ad hoc, il 1655. Ecco che cosa dispone: “L’appalto è un contratto con cui una parte – detta appaltatore – assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, l’obbligazione di compiere in favore di un’altra – indicata come committente o appaltante – un’opera o un servizio, dietro corrispettivo in denaro“.

Parafrasando il contenuto di questo articolo, risulta chiaro che all’appaltatore spetta l’onere di organizzare tutti i mezzi mirati all’esecuzione pratica di quanto previsto nel contratto. Di solito l’appaltatore coincide con la figura di imprenditore.

Non solo: com’è tipico dell’attività d’impresa, l’appaltatore assume la gestione dell’appalto a proprio rischio. Ne consegue che sull’appaltatore gravano tutti i rischi – e possibili conseguenze negative – legate alla realizzazione dell’opera concordata, che deve essere ultimata entro i termini e le modalità pattuite con il committente.

L’articolo citato si lega all‘art. 2082 c.c. che definisce la figura dell’imprenditore: “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi“.

Negli appalti pubblici e privati, possiamo distinguere – in linea generale – due soggetti del contratto:

Pertanto, tecnicamente possiamo affermare che l’appalto è un contratto a titolo oneroso, che ha ad oggetto l’esecuzione di un’opera o servizio. In gergo si usa dire che l’opera oggetto di appalto deve essere svolta a regola d’arte, vale a dire seguendo le regole della tecnica, utili per quel determinato lavoro, ed avvalendosi di persone con le abilità richiesta per lo svolgimento dell’opera.

I requisiti chiave degli appalti pubblici e privati

Abbiamo appena visto, in generale, che cos’è un appalto. Ma quali sono i tratti o caratteristiche tipiche, che ci permettono di non scambiare il contratto di appalto con un altro contratto? Vediamole nel sintetico elenco che segue:

Le caratteristiche e tratti peculiari sopra esposti ci permettono di distinguere questa categoria di contratti da tutte le altre.

Accenniamo altresì a fatto che proprio il settore degli appalti pubblici è in continua evoluzione e, per questo, le norme sono spesso revisionate. Recentemente modifiche sono state apposte dal Decreto Legge Semplificazioni del 2020, che ha inteso incentivare il settore dei trasporti e delle infrastrutture.

Quali sono le differenze tra le due categorie di appalti?

A questo punto, possiamo considerare quali sono le differenze tra appalti pubblici e appalti privati, onde non rischiare di fare confusione e di scambiare gli uni con gli altri. Ecco di seguito le differenze in sintesi:

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