Recovery Plan e riforma della giustizia nei prossimi mesi: cosa cambierà?

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Recovery Plan e riforma della giustizia nei prossimi mesi: cosa cambierà?

Ne abbiamo parlato finora spesso: il Recovery Plan italiano, o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà inviato a Bruxelles nella giornata di oggi, 30 aprile. In esso, sono inclusi tutti i progetti di riforme strutturali che il paese deve portare a termine da qui a fine anno, per assicurarsi gli aiuti economici dell’Europa, ossia prestiti garantiti e contributi a fondo perduto.

In particolare, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è inclusa altresì la Riforma della Giustizia, ossia il quarto dei “sei pilastri” per avere accesso ai fondi di Next Generation EU. Qui di seguito vogliamo capire proprio questo: come cambierà il mondo della giustizia in Italia? Quali saranno le novità nei prossimi mesi? Cerchiamo di capirlo.

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Recovery Plan: i concetti chiave della riforma della giustizia

Per essere sicuri di poter contare sugli aiuti dell’Europa, l’Italia deve certamente migliorare l’efficienza del proprio sistema giustizia. E’ ben nota purtroppo, anche a livello internazionale, la lentezza dei procedimenti nelle aule di tribunale italiane, tanto che far rispettare le leggi molto spesso implica anni. E ciò certamente non contribuisce ad attrarre imprese ed investitori stranieri nella penisola.

Una riforma strutturale della giustizia italiana è dunque assai gradita alle Istituzioni UE, ed anzi ad essa sarà subordinato il versamento di una parte dei fondi del Recovery Plan. I dati parlano chiaro: una giustizia lenta e inefficiente deprime la crescita economica di un Paese. Queste lentezze gravano non poco, in quanto costano ben 2,5 punti di PIL all’anno, secondo gli studi effettuati.

E’ chiaro dunque che tutti gli interventi da mettere in campo hanno come finalità primaria la riduzione dell’arretrato dei procedimenti ancora non giunti a conclusione. La volontà è altresì quella di velocizzare le tempistiche dei procedimenti giudiziari, riducendo la durata delle controversie civili di almeno il 40%, e di quelle penali del 25%.

I canoni di riferimento dovranno essere semplificazione, efficienza, velocità e competitività. Essi dovranno trovare espressione concreta nelle nuove norme di riforma della giustizia.

Progressiva digitalizzazione dei servizi giudiziari, se funzionale ai processi

In tema di riforme di cui al Recovery Plan italiano, non soltanto efficienza per giungere a processi più veloci e che non durino anni. Infatti, il percorso verso una nuova competitività passa anche attraverso la spinta alla digitalizzazione, che peraltro nell’ultimo anno è diventata argomento primario, proprio con l’utilizzo esteso dello smart-working, ove possibile.

In particolare la digitalizzazione come pilastro della riforma della giustizia consentirà di accrescere le capacità del sistema di far fronte alla domanda dei cittadini. Non solo: sarà possibile potenziare anche la tracciabilità delle procedure, con un conseguente beneficio per tutta la ‘macchina giudiziaria’.

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I contenuti della riforma Giustizia: eccoli in sintesi

A questo punto, possiamo delineare in modo schematico e sintetico quelli che saranno, con tutta probabilità, i punti chiave della prossima riforma della Giustizia italiana di cui al Recovery Plan, che l’Europa auspica entro il 2021:

Concludendo, il Governo intende spingere verso il sì ai disegni di legge delega per la riforma del processo penale e civile entro fine giugno 2021. Ma la fase più delicata sarà quella della stesura ed approvazione dei decreti attuativi, con le norme di dettaglio, entro giugno 2022. Staremo a vedere se le istituzioni riusciranno finalmente a rispettare le tempistiche e a dare al paese una significativa e trasversale riforma della giustizia, che permetta peraltro all’Italia di vedersi assegnati gli aiuti europei.

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