Fusione Lega Forza Italia: perché se ne parla, a che punto è il progetto

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Fusione Lega Forza Italia: perché se ne parla, a che punto è il progetto

Fusione Lega Forza Italia: da diversi giorni sotto la luce dei riflettori l’ipotesi di formare una cosiddetta federazione di centrodestra. Il primo passo di questo progetto consisterebbe nell’unione dei gruppi parlamentari di Carroccio e azzurri. Che possibilità ci sono che il piano si concretizzi?

Verso la nascita di una federazione di centrodestra

Fusione Lega Forza Italia: da diversi giorni le pagine di cronaca politica si stanno concentrando sulla possibilità di formare una cosiddetta federazione di centrodestra. Il primo passo di questo progetto consisterebbe nell’unione dei gruppi parlamentari del Carroccio e degli azzurri a cui si aggiungerebbero anche i gruppi centristi che aderiscono all’attuale maggioranza. Le voci di corridoio riferiscono come la formazione di un unico gruppo parlamentare getterebbe le basi per la nascita di un nuovo “partito unico”.

Tuttavia, dopo le prime conferme (erano previste una serie di riunioni tra vertici di Lega e Forza Italia, risultano essere stati tutti annullate), l’entusiasmo per il piano sembra essere velocemente scemato. A pesare, secondo quanto riferiscono i maggiori quotidiani nazionali, soprattutto le resistenze interne allo schieramento dei berlusconiani: il progetto verrà messo nel cassetto per un po’, con tutta probabilità fino a quando si definiranno meglio i contorni del ritorno alle urne.

Fusione Lega Forza Italia: quali le reali possibilità?

Fusione Lega Forza Italia: contro l’ipotesi di formare un gruppo parlamentare che riunisca quelli di Carroccio e azzurri si sono dichiarate contrarie sia la ministra Gelmini che la Ministra Carfagna. Anche i leader centristi Giovanni Toti (Cambiamo) e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) non sembrano del tutto convinti dal progetto. Di certo, godrebbe dei vantaggi immediati dell’operazione solo il partito di Salvini: innanzitutto, il nuovo gruppo sarebbe il più numeroso in Parlamento (attualmente il più ampio è quello del Movimento 5 Stelle), ciò comporterebbe sicuramente un maggior peso all’interno della maggioranza per l’ex ministro dell’Interno (che chiaramente rivestirebbe il ruolo di capo del partito più grande della federazione).

Inoltre, un gruppo (partito) unico permetterebbe alla Lega di mettersi al riparo dal pericolo di sorpasso da parte di Fratelli d’Italia nelle intenzioni di voto (ottima la performance nei sondaggi del partito di Giorgia Meloni dalla nascita del Governo Draghi in poi, oggi è dato intorno al 20%). D’altra parte, molti forzisti e centristi, facendosi trainare dal Carroccio, si assicurerebbero un seggio alle prossime politiche: non è assicurato, infatti, visto il calo di consensi accusato dagli stessi dal 2018 a questa parte. Vero è anche che nel breve periodo i berlusconiani e i centristi verrebbero a dir poco “schiacciati” dalla Lega in caso di fusione: nonostante questa traiettoria anche il Carroccio potrebbe smorzare alcune posizioni e permettere alla nuova formazione di fare ingresso nel Partito popolare europeo (così da conquistare posizioni anche a Bruxelles).

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