Abkhazia: tra Europa, Russia, Georgia e la voglia d’indipendenza

Il governo della repubblica de facto indipendente dell’Abkhazia (territorio occupato militarmente dalla Russia e al momento repubblica riconosciuta solo dal Nicaragua e dalle isole Nauru, arcipelago sperduto dell’oceano Pacifico) ha dichiarato una guerra diplomatica contro l’Unione Europea. Questo è avvenuto qualche giorno fa quando il capo dell’ EU Monitoring Mission in Georgia (EUMM) Andrzej Tyszkiewicz è stato dichiarato persona non grata dal governo di Sukhumi e gli è stato proibito di oltrepassare il fiume Enguri che segna il confine tra Georgia e Abkhazia. Il ministro degli Esteri della repubblica dell’Abkhazia ha affermato lo scorso 25 aprile che Tyskiewicz ha fatto “inaccettabili e offensive affermazioni riguardo l’Abkhazia” e ha mostrato “disprezzo nei confronti dello stato e del popolo abkhazo”. Questo perché Tyskiewicz ha illegalmente chiesto agli osservatori dell’EUMM di controllare il territorio abkhazo contravvenendo all’accordo Medvedev-Sarkozy.


 

Secondo l’accordo, infatti, i monitoring dell’EUMM possono solo lavorare all’interno dei territori georgiani mentre non hanno il diritto di entrare nei territori controllati dalla Russia (quindi Abkhazia e Ossezia del Sud). Il governo dell’Abkhazia ha aggiunto che Tyskiewicz minaccia l’integrità dello stato e che appoggia gruppi paramilitari georgiani che agiscono ai confini con le due repubbliche de facto occupate dalla Russia e che puntano alla loro riconquista. La notizia della formazione di questi gruppi paramilitari proviene da Irakli Alasania, leader del partito di opposizione alleato di Ivanishvili “Our Georgia-Free Democrats” e non è stata confermata dalle autorità georgiane.

Le autorità abkhaze hanno aggiunto che supportano il lavoro portato avanti dall’EUMM e i suoi tentativi di stabilizzare la situazione politica dei territori ma che non accettano il comportamento di Tyskiewicz e che solo un suo allontanamento può permettere una continuazione di questi rapporti e dei meeting mensili che si svolgono nella regione di Gali che fa parte della zona contesa ed è controllata dalle autorità europee, l’ultimo del 23 Marzo, nei quali si discute sulla prevenzione degli incidenti e sui meccanismi di risposta, Incident Prevention and Response Mechanism (IPRM). Infatti il signor Tyskiewicz viene considerato dalle autorità abkhaze troppo sbilanciato verso il governo di Tbilisi e quindi non disposto a portare avanti colloqui costruttivi e rapporti di cooperazione.

In questi incontri sono presenti autorità georgiane, abkhaze, rappresentanti delle truppe russe presenti sul territorio e rappresentanti dell’UE. Durante l’ultimo incontro si è discusso pure dei casi di omicidio di soldati russi da parte di soldati georgiani lungo il confine  e del caso di scomparsa di un soldato abkhazo. Secondo il ministro degli esteri abkhazo Tyskiewicz ignora le richieste del governo per fare luce su questi casi di omicidio e rapimento. L’UE ha mostrato il suo disappunto e contrarietà alla decisione del governo d Sokhumi attraverso le parole di Catherine Ashton, capo della politica estera europea, che auspica un veloce ripensamento ed un ritorno al tavolo delle trattative. La situazione, però, è più complicata.

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L’Abkhazia era un territorio abitato prevalentemente dalla popolazione autoctona degli abkhazi e in minor parte da georgiani. Durante la guerra civile del 1992-93 gli abkhazi hanno preso in mano le armi per dichiarare la loro regione indipendente e sono stati supportati dalle truppe russe che poi, però, non si sono più ritirate e hanno portato alla deportazione e uccisione dell’intera popolazione georgiana presente nel territorio. Dopo la guerra del 2008 la Russia ha esteso il suo potere sia nell’Abkhazia che nell’Ossezia del Sud penetrando ulteriormente all’interno del territorio georgiano. Ora gli abkhazi devono sottostare agli invasori russi ma il loro desiderio di liberazione è forte e vedono nell’UE l’unica possibilità di raggiungere il loro obiettivo. Dal canto suo la Georgia vorrebbe rientrare in possesso del territorio e questo avrebbe devastanti conseguenze per il popolo abkhazo, infatti i georgiani vorranno tornare in possesso delle proprietà espropriate e si temono atti vendicativi contro la popolazione locale. La Russia non intende affatto lasciare l’Abkhazia e vede un pericolo nelle ingerenze europee, e nell’attenzione che vi pone. Come si buon ben capire la situazione è estremamente complicata ed al momento non si intravede alcuna via d’uscita.

Da EastJournal

di Michael Biasin