Il bonus sugli investimenti al Sud nel 2022

Il Mezzogiorno d’Italia è una parte della nostra nazione splendida, ma allo stesso tempo piena di contraddizioni. Un pezzo dello Stivale con tradizioni, dialetti, primizie e mare, montagna e monumenti e beni archeologici. Il Sud è anche però la zona del Bel Paese con il tasso di disoccupazione più alto dal 1980, ma che affonda radici già alla fine del 1800, e spesso le manovre nazionali sono volte a recuperare il gap con il Nord Italia. Capiamo di più sul bonus per gli investimenti al Sud nel 2022 e a chi è rivolto. 

Il perché del bonus sugli investimenti al Sud

Molti esperti affermano che sia la Lombardia la regione su cui investire maggiormente. Non potrebbe essere altrimenti visto e considerato che insieme al Veneto e al Piemonte, e in particolare sull’asse Milano-Torino-Genova, l’Italia ha creato il famoso boom economico prima con l’industria tessile e dell’abbigliamento, e successivamente con l’industria chimica ed elettrica. Il Meridione, dai primi del ‘900 fino al secondo millennio, è sempre stato apprezzato come un luogo per investire in materie prime, come lo dimostrano le nuove tendenze del trading on line su piattaforme specializzate, ma mai per la lavorazione e distribuzione di queste risorse, tra cui oro, argento e petrolio. Il bonus sugli investimenti per il Sud del 2022 è atto proprio a scongiurare questa dinamica, e a far sì che le imprese meridionali possano giocare la propria partita all’interno del mercato.  

Come funzionano i bonus? 

Il denominato bonus Investimenti Sud 2022 è in pratica un credito di imposta destinato a imprese che acquistano beni strumentali destinati alla produzione. Tale agevolazione concessa dal Governo Italiano viene elargita come credito d’imposta dal 20 al 45%, e destinato alle sole regioni del Mezzogiorno qui in ordine alfabetico: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia. In realtà tale bonus era stato già introdotto nel 2016, ma successivamente modificato e inserendo zone, come appunto l’Abruzzo, per diverse ragioni (vedi il sisma che colpì il centro Italia). E sempre grazie a questa modifica, ultima in ordine cronologico avvenuta lo scorso marzo 2022, è stato inserito anche il Molise, facente parte della ZES (zone economiche speciali). 

A chi sono rivolti? E quali beni rientrano? 

Bisogna stare bene attenti a comprendere chi possa usufruire di tali bonus investimenti, e per capirlo, bisogna innanzitutto definire chi non può accedervi. Non possono, le seguenti industrie: costruzione navale, creditizio, finanziario e assicurativo, fibre sintetiche, industria siderurgica e carbonifera, trasporti e delle relative infrastrutture, infrastrutture energetiche, inoltre l’agevolazione non si può applicare a industrie che operano nei settori di agricoltura, pesca e acquacoltura. Possono beneficiare di questi incentivi che ammontano a 45% per le piccole imprese, 35% per le medie, e 25% per le grandi, anche i comuni che fanno parte delle regioni colpite da sismi: Umbria, Abruzzo, Lazio e Marche. Piccola differenza per l’Abruzzo dove nell’ordine gli incentivi sono del 30, 20 e 10% per rispettivamente piccole, medie e grandi imprese. I beni che rientrano nel piano di questo bonus dedicato alle zone sismiche e ZES del meridione sono invece tutti quei macchinari, attrezzature e impianti propedeutici per un investimento iniziale; poi ovviamente i beni “nuovi”. 

Una manovra che rientra in un progetto più grande chiamato “Aiuti di Stato 2022-2027”, volta a riqualificare il Sud Italia e a promuovere le imprese delle regioni storicamente più in difficoltà. 

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