Ballottaggio a Genova: ha vinto l’astensione

Il risultato del ballottaggio di Genova ha confermato le previsioni dei sondaggi che avevano pronosticato una vittoria di Marco Doria su Enrico Musso con una percentuale vicina al 60%. Il candidato del centro-sinistra ha infatti ottenuto il 59,7% dei voti contro il 40,3% del suo avversario.

Al di là del risultato, il dato più emblematico di questa tornata elettorale, emerso già al primo turno, è la scarsa affluenza degli elettori. Due settimane fa la partecipazione si era fermata al 55,5%, il livello più basso mai registrato in un’elezione comunale a Genova. Al ballottaggio la percentuale è stata ancora più esigua (39,1%) rimanendo abbondantemente al di sotto del 50% degli aventi diritto. Traducendo in cifre queste percentuali si ha un’idea ancora più chiara della forte disaffezione dei cittadini genovesi. Dei 502 mila elettori di questa città solo 196 mila si sono recati alle urne e i voti validi scendono a 191 mila escludendo le schede bianche o nulle. Marco Doria ha ottenuto circa 114 mila voti (il 22,7% dei voti) ed Enrico Musso circa 77 mila (il 15,3%).

Da questi numeri emerge in modo inequivocabile un problema di credibilità della politica. Anche il nuovo sindaco durante la sua prima conferenza stampa ha ribadito la necessità di ricostruire i legami con la società civile. Una società civile non solo delusa dalla generale degenerazione dei partiti a livello nazionale, ma anche da alcuni episodi che hanno avuto un particolare impatto sul capoluogo ligure (l’inchiesta su Francesco Belsito, vicesegretario della Lega Nord ligure oltre che tesoriere del partito a livello nazionale, lo scandalo dei gettoni di presenza al Consiglio Comunale). Proprio su questa “decadenza” dei partiti ha basato la propria campagna elettorale un altro genovese, il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. I grillini hanno cavalcato l’ondata dell’antipolitica e il malcontento nei confronti della “casta” ottenendo un risultato al di sopra delle più rosee aspettative.

 

Una delle conseguenze più importanti del successo del M5S è l’ingresso di ben cinque consiglieri all’interno del Consiglio Comunale. Con questo risultato il movimento di Beppe Grillo può disporre di un numero di consiglieri pari a quello del Pdl e della lista civica che ha sostenuto Enrico Musso. Questa forza politica avrà quindi un peso notevole all’interno dell’aula consigliare, anche se la maggioranza a disposizione di Marco Doria è tale da non rendere necessario il suo sostegno esterno. Analizzando la composizione del Consiglio Comunale si nota inoltre che gli equilibri tra centro-destra e centro-sinistra si sono modificati non tanto per una crescita di quest’ultimo schieramento, quanto per il forte declino del primo.

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Osservando nel dettaglio i singoli partiti si può notare il ridimensionamento all’interno del Consiglio Comunale sia del Pd sia del Pdl (il numero dei seggi di queste due forze politiche va confrontato rispettivamente con l’Ulivo e l’unione di Fi e An). Tuttavia, mentre il buon risultato della lista civica di Marco Doria ha permesso di trattenere parte del voto in uscita dal Pd, nel caso del Pdl vi è stata una perdita secca di voti e di seggi.

Un ultimo dato da evidenziare riguarda il ricambio avvenuto all’interno del Consiglio Comunale. Su 40 consiglieri eletti solo 10 erano già presenti nel Consiglio precedente, mentre gli altri 30 sono entrati a farne parte per la prima volta dopo queste elezioni. Vi è stato dunque un notevole turnover. Se una delle necessità della classe politica è quella di rinnovarsi, la composizione del nuovo Consiglio Comunale di Genova presenta segnali confortanti in questo senso.