Sondaggi TP: 6 italiani su 10 preoccupati da cambiamento climatico. E crolla fiducia in Meloni (-3,9% in una sola settimana)
Bentornati con il consueto sondaggio settimanale di Termometro Politico, il primo di questo mese di luglio. Come sempre ci concentriamo sui principali temi di attualità. Partiamo da un argomento caldo, in tutti i sensi: le ondate di calore e il cambiamento climatico. Poi, proseguiamo con l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, il decreto flussi (che garantirà la regolarizzazione di mezzo milione di migranti) e, infine, lo sfarzoso matrimonio di Bezos a Venezia. Cominciamo.
Sondaggi TP, 6 italiani su 10 preoccupati dal cambiamento climatico (ma per 1 su 4 è tutta una manipolazione mediatica)
Per cominciare, abbiamo chiesto se l’ondata di caldo che colpisce Italia ed Europa la preoccupa e se questo è il segno di un cambiamento strutturale del clima. La maggioranza degli italiani si considera effettivamente preoccupata, con la risposta più frequente data da oltre un terzo del campione (34,3%) per la quale si tratta di “un cambiamento senza precedenti che impatterà negativamente la vita di tutti e dobbiamo fare di tutto per impedirlo”. Segue, con il 25,5%, la risposta secondo cui “il clima sarà più caldo e quindi più pericoloso, ma non possiamo ormai impedirlo, dobbiamo invece investire per adattare la vita alla nuova realtà”.
Dall’altro lato, c’è un 12,4% che sostiene che “è vero che il clima è più caldo, ma non è un pericolo, ci adatteremo come abbiamo sempre fatto, si coltiverà più a Nord e più in alto, si userà meno il riscaldamento”
Infine, c’è un dato assolutamente rilevante, con il 26% del campione che afferma di “No, si tratta di una manipolazione mediatica. Le ondate di calore ci sono sempre state, l’allarmismo attuale serve solo a imporre un’agenda ambientalista ideologica”.
Nel complesso, quindi, 6 italiani su 10 sono preoccupati dal cambiamento climatico, a credere a un cambiamento in atto sono circa 3 persone su 4 e a sostenere l’ipotesi che non vi sia un cambiamento strutturale del clima è 1 italiano su 4.

E il lavoro e l’IA? Anche qui, abbastanza preoccupazione
Passiamo a un argomento altrettanto scottante e che sicuramente prenderà sempre più piede: il rapporto tra IA e lavoro. Abbiamo chiesto al nostro campione se teme l’avvento dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. Anche qui, le prospettive sono poco rosee. La risposta che va nettamente per la maggiore (44,4%) afferma di “Sì, abbastanza, l’IA avrà anche effetti positivi, ma in molti settori sostituirà i lavoratori. Non possiamo fermarla, ma dobbiamo adattare la struttura produttiva”. Per un altro 18,4% invece la prospettiva è fortemente negativa perché “in tanti perderanno il lavoro e non saranno sostituiti, ci sarà una disoccupazione di massa. È necessario prevenire quello che accadrà”.
Dall’altro lato, c’è il 24% del campione che risponde di essere poco preoccupato in quanto “come per altre innovazioni i posti di lavoro distrutti saranno sostituiti da altri in settori differenti. Giusto vigilare, ma non bisogna fasciarsi la testa”. Infine, i… tecno-entusiasti sono una minoranza non sparuta. Il 10,6% risponde di “No, per nulla, l’IA porterà grandi progressi per tutta l’umanità, se usata bene, in campo tecnologico, economico, nella salute e anche nel lavoro”.

Rimanendo sul lavoro, parliamo del decreto flussi approvato dal Governo che garantirà la regolarizzazione di mezzo milione di lavoratori stranieri nel giro di tre anni. Un decreto che trova il favore della maggioranza, con il 30,8% che crede che non debba esserci nemmeno un limite annuo e una percentuale quasi identica (30,6%) che la ritiene una manovra giusta ed equilibrata che sfavorisce l’immigrazione clandestina.
Contrario, nel complesso, un italiano su tre. Per il 12,4% è eccessivo regolarizzare mezzo milione di persone, e per un 21,4% è completamente sbagliato e, anzi, vanno aumentate espulsioni e incentivati i rimpatri, volontari o meno.

Bezos e il… noleggio della Laguna: una bella occasione per la città
Prima di passare alle intenzioni di voto e alla fiducia della premier Meloni, parliamo dell’evento mondano dell’anno: il gran matrimonio di mr. Amazon, Jeff Bezos, nella Laguna di Venezia. Dei festeggiamenti durati più giorni e che hanno visto un dispositivo particolarmente intenso, che ha influito su residenti e turisti. E quindi, cosa ne pensano gli italiani di questo matrimonio?
La risposta più gettonata data dal 32,6% del campione è che “È stata una bella occasione di guadagno economico per la città e l’Italia e anche di promozione turistica per tutto il Paese”. Segue, con il 27,0%, la risposta per cui “Anche se non sono un ammiratore di Bezos e di questo tipo di eventi, non ci vedo nulla di male, era libero di celebrare come desiderava nel rispetto delle leggi”. Nel complesso, quindi quasi 6 su 10 hanno visto nella noche de boda di Bezos e Sánchez un’opportunità o, comunque, qualcosa di non-sbagliato.
Dall’altro lato c’è il 28,2% che non approva questo sfarzo ed è stato sbagliato “concedere tutto, non dovevano chiudere i canali al pubblico e la festa doveva essere limitata a locali privati”. Infine, una minoranza (8,4%) crede che “Non dovevamo consentirgli di venire a Venezia, con il suo patrimonio Bezos potrebbe risolvere la povertà nel mondo, invece di sprecarlo in inutili sfarzi”.

Sondaggi elettorali TP 4 luglio 2025: continua a crescere il M5S. Caduta in picchiata per fiducia in Giorgia Meloni (-3,9%)
Passiamo alle intenzioni di voto degli italiani. Il primo partito italiano guidato da Giorgia Meloni continua nella sua leggera flessione (-0,1%) pur rimanendo saldamente in testa alle preferenze (29,4%). Stesso calo per il PD, mentre il M5S vive un ottimo momento e fa registrare il 12,4%, il dato più alto da dopo le europee. Prosegue il testa a testa infinito tra Lega e Forza Italia, mentre AVS recupera un altro decimo (6,6%). Nelle retrovie, si segnala il ritorno al fatidico 3% da parte di Azione di Carlo Calenda.

E chiudiamo, infine, con la fiducia nella premier Meloni. Aumenta in maniera marcata e decisa la sfiducia nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, che raggiunge un nuovo record negativo, con il 63% di italiani che vi ripongono per nulla (52,6%) o poca fiducia (10,4%). Dall’altro lato, di rimando, la fiducia complessiva data alla premier si ferma al 36,6%. Che tradotto, significa un crollo di quasi quattro punti (-3,9% rispetto alla scorsa settimana).

Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.600 interviste raccolte tra l’1 e il 3 luglio 2025
QUI, IL NOSTRO ULTIMO SONDAGGIO – Sì a aumento spesa per la Difesa, ma non fino al 5% del PIL
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