Quello di Avs è maggiore di quello del M5S
I sondaggisti ci dicono di solito quali sono le intenzioni di voto dei partiti, ma spesso la decisione dell’elettore non è certa, questo prende in considerazione più formazioni e magari solo all’ultimo momento ne sceglie una.
A risultare decisivo per l’esito elettorale è anche quello che viene definito il mercato potenziale di un partito, cioè la somma della percentuale che raccoglie e di quella di coloro che, anche se non l’hanno votato, l’hanno preso in considerazione e potrebbero votarlo in futuro.
Può capitare, magari, che una formazione piccola abbia un mercato potenziale maggiore di una che in realtà è più grande e ha percentuali maggiori, perché ha un buon gradimento anche se poi non viene scelta.
Analisi Politica, nei propri sondaggi elettorali, analizza proprio questo e, per esempio, registra come Fratelli d’Italia, che ha il 29,9%, abbia una percentuale ulteriore di potenziali elettori non particolarmente ampia, del 7%, in ribasso rispetto al 9% del 2023. Per il 45% e il 40% si tratta di attuali elettori di Forza Italia e Lega e non sono molti perchè coloro che nel centrodestra simpatizzano per Fratelli d’Italia poi in effetti la votano.
Molto diversamente avviene per gli alleati: Forza Italia, che ha l’8%, ha un mercato molto ampio in proporzione alle proprie dimensioni, del 12%, con il 75% dei potenziali elettori che proviene dal Fratelli d’Italia. Anche per la Lega è così, anzi qui il mercato potenziale è del 14%, in crescita di due punti in tre anni, a fronte di una forza dell’8,3%. Gli elettori di centrodestra, del resto, nel passato hanno votato spesso per Forza Italia o Lega quando questi erano più forti e cambiano spesso voto nella coalizione, anche se ora tendono a prediligere Fratelli d’Italia e non escludono di tornare a scelte che del resto hanno fatto in passato. Partiti come Lega e Forza Italia, anche se sotto il 10%, hanno un bacino in cui pescare che si avvicina al 50%.
Sondaggi elettorali Analisi Politica, l’11% non esclude di votare Avs
Nel centrosinistra a fare la parte del partito relativamente piccolo ma con molti simpatizzanti e potenzialmente alte possibilità di crescita è Avs: ha il 6,9%, ma coloro che dichiarano di prenderla in considerazione sono saliti in due anni dal 5% all’11% e l’80% di questi provengono dal Pd. Sono di più di coloro che invece prendono in considerazione il Movimento 5 Stelle, cioè il 7%, tra cui un 30% è tra l’altro di centrodestra. Insomma, la maggioranza di chi guarda con simpatia il Movimento 5 Stelle, ora al 13%, poi lo vota.
Così è anche per il Pd, che però ha visto aumentare l’elettorato effettivo, del 22%, ma anche quello potenziale, salito dal 5% al 10% in due anni. Questo 10% è composto per il 35% da pentastellati e pe ril 20% da elettori di Italia Viva e +Europa, mentre per il 15% viene fa Azione.
Proprio Azione, infine, potrebbe vedere il suo 3,5% attuale crescere di molto se la votasse una parte di quel 5% di italiani che la prende in considerazione, un 5% composto soprattutto da elettori di Fratelli d’Italia, il 45%, e Lega.
Questi sondaggi elettorali sono stati svolti tra il 29 agosto e il 1 settembre tramite intervist telefoniche su mille persone