Lo scandalo Libor, o la Tangentopoli della finanza

Vent’anni fa, lo scandalo di Tangentopoli in Italia era nel pieno del suo svolgimento. Oggi sta esplodendo in Inghilterra un altro scandalo, che promette di essere di entità paragonabile o maggiore allo scandalo di “Mani pulite”. Si tratta dello “scandalo Libor”, ribattezzato “Liborgate“.

Il Libor è un tasso di interesse di riferimento medio calcolato sulla base dei tassi che le principali banche londinesi pagano per prendere a prestito capitali. E’ determinante per il mercato interbancario e, per quanto riguarda i dati comunicati dalle singole banche, per la percezione dello stato di salute dell’istituto in questione. Barclays è accusata di aver manipolato il Libor per vari anni, prima per aumentare gli utili sui contratti derivati in suo possesso e poi, nel 2009, per nascondere il suo stato di difficoltà nel periodo successivo al crack Lehman. Il punto è che è assolutamente inverosimile che possa essere coinvolta una sola banca: questo si annuncia essere uno scandalo “di sistema”, che potrebbe coinvolgere diversi grossi operatori, i regolatori e la politica.

Per una delle singolari coincidenze della storia Bob Diamonds si è dimesso il 3 luglio 2012, esattamente vent’anni dopo il celebre discorso di Bettino Craxi in Parlamento, e il giorno dopo ha riferito anch’egli alla Camera. Scrive a questo proposito Fabrizio Goria su Linkiesta.it:

“Eppure, la commistione fra poteri nella City londinese è normale. Le porte girevoli fra mondo della finanza e politica sono molte. Lo stesso Diamond ha ricordato al parlamentare Jesse Norman questo concetto: «Tu ora mi attacchi, ma ricordati che anche tu hai lavorato in Barclays». Il silenzio è calato a Westminster, mentre Diamond riprendeva fiato, beveva un sorso d’acqua e ricominciava: «I contatti fra banchieri e membri del Parlamento sono una consuetudine. Se qualcuno di essi mi ha detto che i tassi Libor erano troppo altri? Sì, diversi membri lo fecero». Nessuno ha replicato.”

Vent’anni fa Bettino Craxi invece disse:

“E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare od illegale. I Partiti specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attivita’ propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche e operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale.
Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”

Anche allora nel Parlamento italiano tutti tacquero.

Tuttavia le somiglianze e le analogie tra questi due scandali rimarrebbero una pura suggestione se non fossero occasione per riflessioni più significative di diverso ordine.

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In primo luogo lo scandalo Libor rappresenta la fine di un mito, mito di cui proprio Tangentopoli rappresenta invece uno dei momenti fondativi, o comunque di consacrazione. Si tratta di quella visione che tende a considerare la politica come luogo di corruzione e malaffare, di clientelismo e inefficienza, e vede in questo una giustificazione per delegare il potere di ultima istanza e di controllo sulle decisione di questa all’entità impersonale dei “mercati”. I mercati, affidando le decisioni non a singoli individui ma ad un equilibrio determinato da miriadi di decisioni individuali, orientate dall’informazione che doveva essere resa disponibile a tutti in modo trasparente, sarebbero stati i migliori giudici delle decisioni prese, premiando i comportamenti virtuosi e sanzionando quelli negativi. In tutto questo, il sistema dei prezzi e degli interessi svolge un ruolo cruciale, fungendo sia come veicolo d’informazione che come base per le decisioni dei vari attori del sistema. In molti hanno da sempre considerato questo sistema come un modello idealizzato che non riflette le condizioni reali, e hanno evidenziato i molti “fallimenti del mercato“. Tuttavia bisogna riconoscere (ed è questo il fattore che ha permesso a questo sistema di mantenersi così a lungo, nonostante le critiche) come questa idea non sia priva di eleganza teorica né di suggestione. Proprio per questo lo scandalo delle banche londinesi è importante: perché rende palese agli occhi di tutti come dietro al processo di formazione di uno dei tassi più importanti in assoluto (che sta alla base del calcolo degli interessi dei mutui di innumerevoli individui e famiglie) stiano meccanismi umani, troppo umani.

Se cade l’illusione che i mercati garantiscano sempre e comunque l’allocazione più efficiente delle risorse (ma efficiente poi per chi?) cade contemporaneamente l’interdetto contro l’intervento della politica nell’economia.
Tanto più che, venendo meno questa pretesa, risulta evidente una superiorità e un primato concettuale della politica sulla finanza: dove la prima mantiene, pur in tutti i suoi errori, abusi e deviazioni, un rapporto con l’idea di bene pubblico e interesse generale, la seconda rispecchia soltanto gli interessi di ristretti gruppi oligopolistici.
La differenza tra il discorso di Diamonds e quello di Craxi sta nel fatto che, mentre quello di Diamonds si conclude così, con una chiamata di correità dell’intera classe dirigente e con un tacito ricatto nei confronti di essa, Craxi intende con esso esortare la politica ad assumersi le sue responsabilità e a prendere le scelte necessarie per autoriformarsi, cosa che purtroppo allora non fu in grado di fare.

Anche in Italia, ora che quell’effimera e inconsistente seconda Repubblica alla quale gli scandali di Tangentopoli dettero inizio si avvia al tramonto, dovremmo avviare nuovamente una riflessione su queste tematiche e fare autocritica su troppi giudizi superficiali o semplicistici del passato. Solo su questa base la discussione su una ventura Terza Repubblica, sull’Europa e sul nostro posto nel mondo potrà essere correttamente impostata.