Termometro sportivo: guida all’ottava giornata

La sosta per le nazionali ha portato un po’ di respiro per le squadre di Serie A. Gli azzurri hanno battuto, con qualche difficoltà, l’Armenia e la Danimarca, allungando in testa al proprio girone con 4 punti di vantaggio sulla Bulgaria e 5 sulla Repubblica Ceca (che ha giocato una partita in meno). Tutto secondo previsioni, dunque. I giocatori tornano alle proprie squadre di club e si può fare un bilancio del doppio impegno in vista del mondiale Brasile 2014. Bilancio che vede nella Roma la squadra in cui militano più giocatori andati in rete in questo doppio impegno, con 4 gol siglati da tre diversi giocatori (2 De Rossi, 1 Osvaldo e 1 Pjanic, tre che, peraltro, non hanno giocato l’ultima di campionato contro l’Atalanta). Dietro la Lazio, con due reti del solito Klose, e la Juve, con i gol di Pirlo in Armenia e Bendtner contro la Bulgaria. Infine, con una rete a testa, Milan (Montolivo), Torino (Glik) e Napoli (Hamsik).

Ma, dicevamo, torna il campionato e l’ottava giornata ricomincia col botto. A Torino, nell’anticipo delle 18.00 del sabato, si sfidano le due capolista. I bianconeri, forti dell’imbattibilità casalinga da quando giocano allo Juventus Stadium, vogliono proseguire la marcia verso quello che sarebbe il secondo trionfo consecutivo. Il Napoli, unica squadra nell’ultima stagione a riuscire a sconfiggere la Juventus nella finale di Coppa Italia dello scorso Maggio (0-2 con reti di Cavani e Hamsik), vuole giocarsela fino in fondo. Siamo ancora alla settima giornata, ma il lungo cammino rischia di vedere queste due squadre in lotta solitaria fino alla fine. L’anno scorso finì 3-0 per la Juve, con reti di Vucinic, Vidal e Quagliarella. L’ultima vittoria del Napoli è del 2009-2010, quando, sul risultato di 2-0 per la Juve con Trezeguet e Giovinco, salì in cattedra Hamsik, autore di una doppietta intervallata da un gol dell’argentino Datolo, che portò al risultato finale di 2-3.

Ma è questo l’anno che conta, per un Napoli che vuole ritornare a giocarsi quel qualcosa che ogni tifoso azzurro non pronuncerà mai per scaramanzia. E per farlo deve andare a Torino a dimostrare di potersela giocare alla pari. Se si guardano le statistiche di quest’anno, la Juve appare ancora superiore: l’unica classifica che vede in vantaggio il Napoli è quella del minor numero di gol subiti (i bianconeri ne hanno subito uno in più). Per il resto la Juventus ha un miglior attacco (16 reti a 13), maggior possesso palla (media del 60% per i bianconeri, 52 per i biancazzurri, ma qui è evidentemente diverso il tipo di gioco delle due squadre), maggiore pericolosità offensiva (media di 17 tiri a partita per la Juve, poco più di 12 per il Napoli) e passaggi riusciti (anche qui, Juve prima con una media del 73%, Napoli solo decimo con il 64,5%). Ma, in fondo, conta solo quello che le due squadre riusciranno a fare in campo sabato.

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Dopo l’aperitivo, viene la cena, che porta con sé un’altra sfida interessante. All’Olimpico, infatti, si confronteranno il Milan e la Lazio, alla ricerca di un posto tra le grandi. E’ una partita che porta ricordi amari, nella mente dei tifosi biancocelesti, ai quali tornerà alla mente lo scudetto strappato alla penultima giornata del campionato 1998-1999 dal Milan di Zaccheroni alla ricca Lazio di Eriksson e Cragnotti. Quell’anno, infatti, la Lazio era riuscita a prendere in mano il campionato, quando, alla 22° giornata, strappò il ruolo di capolista alla Fiorentina di Trapattoni, sconfiggendo l’Inter per 1-0 (gol di  Conceicao). Il Milan, partito con il ruolo di outsider, era subito dietro, a due punti di distanza, ma già dalla settimana successiva perse strada, con la sconfitta  contro la Roma e il pari nel derby. Alla 27° lo scontro diretto, all’Olimpico. La Lazio ha 7 punti di vantaggio sul Milan e il pareggio (0-0) sembrerebbe giovare ai biancocelesti. Solo che, come spesso accade, la prima impressione è sbagliata. La settimana dopo i rossoneri battono in casa il Parma e la Lazio perde il derby con la Roma (3-1). Quella successiva, il Milan asfalta l’Udinese in trasferta (1-5, doppiette di Boban e Bierhoff e gol di Weah, rete di Amoroso per l’Udinese), mentre la Lazio esce ancora sconfitta in casa per mano della Juve (ancora un 3-1 con doppietta di Henry e gol di Amoruso, intervallati dalla rete laziale di Mancini). Il Milan, ormai, è ad un solo punto dai biancocelesti. Da allora, la situazione resterà immutata, con una serie di vittorie per entrambe le squadre, fino alla penultima giornata, quando il Milan sconfiggerà in maniera netta l’Empoli (4-0, tripletta di Bierhoff e gol di Leonardo) e la Lazio sarà bloccata sul pari dalla Fiorentina (1-1, reti di Batistuta e Vieri). Il Milan supera la Lazio e, con una vittoria anche all’ultima giornata, vince il suo 16° titolo, forse il più inatteso. La Lazio, costruita per vincere, con campioni del calibro di Vieri, Mancini, Salas, Nedved e Veron, sarà costretta ad aspettare un’altra stagione, quando finalmente farà suo lo scudetto grazie al sorpasso al fotofinish sulla Juve, ingolfata in quel di Perugia.

La domenica si apre con un Cagliari-Bologna per pochi intimi (lo stadio Is Arenas non è ancora del tutto agibile). L’ultima vittoria del Bologna in terra sarda risale al dicembre del 1998, quando a segnare il gol del definitivo 1-0 fu Beppe Signori. Da allora 3 vittorie per i sardi e 3 pareggi, l’ultimo dei quali l’anno scorso per 1-1 con le reti di Conti e Di Vaio.

Alle 15.00 la partita più importante è Inter-Catania, nella quale i siciliani sono chiamati a sfatare il tabù San Siro, dove non hanno mai battuto i nerazzurri. L’anno scorso, però, è arrivato un pari per 2-2 con l’Inter che, in dieci minuti, è riuscita a recuperare lo svantaggio di due gol grazie a Forlan e Milito, che hanno risposto al vantaggio catanese ottenuto da Gomez e Izco. L’unico precedente risultato utile del Catania a San Siro risaliva addirittura a cinquant’anni prima, quando nella stagione 61-62 il Catania di Carmelo Di Bella ottenne il pari per 1-1 di fronte all’Inter del mago Herrera che si preparava, dall’anno successivo, a vincere tutto, in Italia e in Europa.

Ancora alle 15.00 si giocano anche Atalanta-Siena, Chievo-Fiorentina, Palermo-Torino, Parma-Sampdoria e Udinese-Pescara, mentre il posticipo vedrà di fronte allo stadio Marassi il Genoa di De Canio e la Roma di Zeman. Si tratta di una partita che, negli ultimi anni, ha sempre avuto ripercussioni importanti in casa giallorossa a causa delle numerose sconfitte subite. Nel 2009-2010 il 3-2 di marca genoana alla prima di campionato, accompagnato dal 3-1 della Juve nella giornata successiva, segnò la fine dell’avventura di Spalletti sulla panchina giallorossa, con l’arrivo di Ranieri. La stagione successiva lo stesso Ranieri vide la sua Roma, in vantaggio per 0-3 al sesto minuto del 2° tempo (Totti, Mexes e Burdisso), farsi recuperare e superare per 4-3 (doppiette di Palacio e Paloschi) e fu costretto a lasciare la squadra. Zeman e i tifosi della Roma possono iniziare a fare gli scongiuri del caso…

di Fabio Maneri