Dossier del voto PDL. Cosa c’è che non va

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Dossier del voto PDL. Cosa c’è che non va

Le agenzie ci informano di un dossier sull’esito del voto curato da Ignazio Abrignani (responsabile del settore elettorale del PDL) relativo all’andamento delle elezioni 2009.

Citando dal lancio di Iris Press:

PDL: DOSSIER SU VOTO, NESSUN SORPASSO DELLA LEGA AL NORD

(IRIS) – ROMA, 22 LUG – Nonostante un certo astensionismo l’affermazione del Pdl non è stata mai messa in discussione all’ultimo election day. il Popolo della libertà ha infatti ottenuto “un grande risultato, il 35,26 per cento e oltre dieci milioni di voti”. Silvio Berlusconi ha consolidato, singolarmente, il suo record di preferenze. In particolare i suoi voti sono in aumento rispetto al 2004 (+359.187 consensi), superando quindi “l’equivoco per gli elettori dell’inserimento del suo nome nel simbolo elettorale”. Queste sono alcune delle riflessioni sull’esito del voto contenute nel dossier distributio oggi dal responsabile del settore elettorale del partito, Ignazio Abrignani, durante la Direzione nazionale del Popolo della libertà. La Lega Nord, viene spiegato, ha perso la ‘competizione’ con il Pdl. “Il ventilato sorpasso sul Popolo della libertà non è avvenuto in nessuna regione settentrionale”, mentre il “travaso” di voti dal Pdl al Carroccio “potrebbe essere quantificato in poco meno di centomila preferenze”. In particolare, viene evidenziato il caso della Liguria, “dove il risultato della Lega non arriva alla doppia cifra, permettendo al Pdl di registrare il miglior risultato tra tutte le regioni settentrionali”. L’analisi si basa anche sul peso elettorale delle altre forze politiche, a cominciare dall’Udc. Il partito di Pier Ferdinando Casini, si legge nel volume di 160 pagine, “non ha intercettato i supposti voti in uscita dal Pdl, mentre ha riconfermato un’attrattività nei confronti dei delusi del Pd”. L’Italia dei valori, invece, “ha un consenso tutt’altro che solido e strutturato” che “dipende fortemente dal voto di opinione, che oggi può premiare una formazione politica e domani un’altra”. Il Pd “ha perso il sette per cento rispetto alle politiche del 2008”. Di questi voti, alcuni sono andati “verso l’astensione, verso la sua sinistra e verso il centrodestra”.

TUTTI I DATI E IL COMMENTO

Che il PDL abbia tenuto la Lega al secondo posto in tutte le regioni è certamente vero (anche se in Veneto ha prevalso di soli 25 mila voti, 29.3% a 28.4%), così come è vero che il travaso diretto di voti dal partito di Berlusconi al Carroccio è stato verosimilmente marginale, o, comunque, limitato.

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Quello che il dossier non dice è che il grosso problema per il PDL, alle Europee e soprattutto alle Amministrative – cosiddette ‘elezioni di second’ordine’ – è stato il congelamento di tanti voti nel Centro-Sud e nelle Isole. Elettori che avevano dato la propria preferenza al Popolo della Libertà l’anno scorso e che stavolta sono rimasti a casa.  La formazione nata dalle ceneri di Forza Italia e AN, infatti, alle Europee perde quasi 2,9 milioni di voti a livello nazionale (da 13,6 a 10,8). Ottocentomila i consensi persi al Sud (3,7 milioni di voti quest’anno, neanche 2,9 a giugno), mentre nelle Isole la flessione è drammatica: il PDL passa da oltre 1,7 milioni di preferenze a neanche 900 mila. Dimezzato.

Più mossa appare la situazione alle Amministrative, per la quale rimando alla nostra analisi post-voto: il calo del PDL conta 300 mila voti a livello nazionale, di cui 120 mila nel Mezzogiorno. Una discesa spiegabile anche con i voti in uscita verso le civiche di centrodestra (che totalizzano più di 1,2 milioni di voti da sole, oltre il 20%) e l’MPA, che ne assomma più di 160 mila.

Ecco, è anche per questo che si parla di Partito del Sud. Un progetto potenzialmente nocivo per il progetto ‘nazionale’ del PDL, ma che se radunasse amministratori moderati dalle varie realtà meridionali per allearsi poi con Berlusconi potrebbe fare più male alle forze alla sua sinistra (UDC e PD) che non al PDL.