Primarie, ecco chi sono e cosa vogliono gli elettori

pisapia

Pubblichiamo una recensione della conferenza stampa di mercoledì 17 con cui Termometro Politico ha illustrato i risultati delle analisi condotte sulle primarie di Milano.

 

MILANO – Si sono presentati in 67.500 domenica 14 per votare alle primarie del Partito Democratico. La vittoria con il 45,36% dei voti è andata all’avvocato Giuliano Pisapia, il candidato sostenuto da Nichi Vendola. Il suo successo è stato uno smacco per il Pd che in campagna elettorale aveva sostenuto l’archetto Stefano Boeri. La sconfitta del proprio candidato ha portato il partito ad interrogarsi sulle ragioni e su quali siano le richieste dei propri elettori. Per questo ha commissionato a Termometro Politico una ricerca con l’obiettivo di profilare gli elettori e capire le loro esigenze.

 

La ricerca è stata realizzata su un campione di 1.510 persone che si sono presentate a 17 seggi-campione. Per prima cosa, Termometro Politico ha messo in luce che i giovani non erano così pochi come si è detto l’indomani delle votazioni. I ragazzi tra i 16 e i 29 anni erano il 12% dei votanti e hanno  leggermente favorito Valerio Onida e Giuliano Pisapia rispetto alla media complessiva. Per l’avvocato ha votato il 47% dei giovani, per l’ex presidente della Corte Costituzionale il 15%.

“L’impressione che abbiamo avuto – spiega Gianluca Borrelli di Termometro Politico – è che la gente abbia una gran voglia di farsi sentire, di esprimere il proprio parere sui temi più importanti per la città”. La sensazione, insomma, è che il partito non riesca a sintonizzarsi con la base. Gli elettori hanno delle idee e delle convinzioni che vorrebbero comunicare al proprio partito ma i canali creati finora non sembrano funzionare. Per questo hanno risposto alle domande del sondaggio molto volentieri, cercando di spiegare agli intervistatori tutto quello che non riescono a far arrivare al Pd.

 

Ma chi sono stati gli elettori delle primarie?  Per lo più persone con alto livello di istruzione. I votanti si sono dichiarati laureati per il 51% e diplomati per il 36. Si tratta quindi di elettori informati, istruiti e quindi piuttosto esigenti. La loro occupazione varia dal settore impiegatizio (28%) al lavoro autonomo (21%), mentre il 25% dell’elettorato è composto da anziani pensionati. Parecchi anche gli studenti che con il 9% raggiunto superano dirigenti (7%), casalinghe (5%), disoccupati  e operai (2%).

 

Pippo Civati, consigliere regionale del Pd, durante la conferenza di presentazione della ricerca ha dichiarato: “Ora è importante intercettare quella parte di elettorato che non si reca più alle urne”. Ma quali sono i temi su cui puntare? Secondo le risposte degli elettori il problema principale di Milano è il degrado, votato dal 24%. A seguire i servizi sociali inadeguati e l’inquinamento che, per il 22% dei votanti, rendono sempre più bassa la qualità della vita in città. A differenza dell’elettorato di centro destra, gli elettori del Pd non sembrano preoccuparsi troppo di sicurezza e immigrazione, considerate un problema solo dal 5% dei votanti. Tra i temi caldi, sicuramente Expo è quello determinante. Gli elettori che vedono l’esposizione come un successo o per lo meno un’opportunità preferiscono Boeri. Il famoso architetto, vicino per il suo lavoro ai gruppi immobiliari, era stato chiamato dalla Moratti ad occuparsi di Expo. Ruolo dal quale si è dimesso per poter partecipare alle primarie. Eppure, gli elettori più critici non gliel’hanno perdonata, né a lui né al Pd. I 38 mila che vedono Expo come un’occasione mal gestita hanno votato al 45% per Pisapia e al 38 per Boeri. Se poi prendiamo in considerazione i 7.500 che vedono la grande esposizione come un danno per la città, la percentuale che ha dato il voto a Boeri scende al 28% , contro il 59 regalato a Pisapia.

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Nonostante le aspre critiche piovute sul Partito Democratico,  sembra che i suoi votanti tradizionali abbiano apprezzato la scelta di Boeri e lo hanno votato per il 52%. A stupire di più però è la croce posta sulle schede dai votanti che si dichiarano del Movimento 5 Stelle, i cosiddetti grillini. Non un voto di protesta né legato al dibattito sulla legalità. La loro scelta è andata per il 51% a Boeri. Infine, tra gli elettori che si dichiarano del nuovo partito di Fini, Futuro e Libertà per l’Italia, il 45% ha votato Boeri e il 40 Pisapia. “Non è una sorpresa che una parte degli elettori tradizionalmente di sinistra siano andati con Fini” commenta Civati. “Ma è lui che si è spostato un po’ a sinistra, non gli elettori a destra”.

 

Giorgia Ferro