Le anomalie delle primarie di Napoli

Un’analisi dei dati “sospetti” emersi nel voto delle primarie di Napoli dello scorso 23 gennaio

A una settimana di distanza, le primarie napoletane continuano a restare un mistero. Perché non è stato mai nominato ufficialmente il vincitore (l’eurodeputato Andrea Cozzolino, primo con il 37,3% dei voti). E perché sin dalle prime ore della mattina di domenica 23, ad urne aperte, da tutti i candidati venivano segnalazioni di brogli in questo o in quel quartiere. Segnalazioni che si sono ripetute con determinazione ancora maggiore, e sono sfociate in vere e proprie denunce al Collegio di Garanzia per le primarie, poche ore dopo lo spoglio. Su cosa si basassero queste denunce, che allo stato attuale hanno determinato di fatto il congelamento del risultato e che potrebbero portare alla decisione di annullarlo del tutto, è stato reso noto attraverso i quotidiani (locali e non) che le hanno rilanciate: foto, video e testimonianze che proverebbero, in sostanza, l’inquinamento delle primarie da parte di persone appartenenti al centrodestra e da un consistente numero di voti “comprati”; anomalie, riscontrate in molti seggi, tra il dato dei votanti e l’ammontare delle donazioni (obbligatorie) raccolte, nonché nel numero dei votanti in interi quartieri.

Non siamo ovviamente in grado di stabilire se queste segnalazioni siano fondate e, qualora lo fossero, quali provvedimenti dovrebbero esser presi in merito. Questo compito spetta, in ultima analisi, al Collegio di Garanzia e ai dirigenti politici, locali e non, dei partiti di centrosinistra partecipanti alle primarie. Quello che possiamo certamente fare è verificare, numeri alla mano, se è vero che vi siano state delle anomalie nel numero dei votanti e nelle preferenze raccolte dal candidato vincitore (Cozzolino).

Partiamo dall’affluenza: il dato finale (oltre 44.000 votanti) è risultato di molto superiore anche alle più rosee aspettative, che sulla base delle precedenti edizioni delle primarie nel capoluogo campano ponevano l’obiettivo a quota 30.000. Già questo, in una città da circa un milione di abitanti (e un bacino di voti per il centrosinistra che si aggira mediamente tra i 200.000 e i 300.000 voti), ci dice che il tasso di partecipazione medio dell’elettore di centrosinistra è di certo più basso a Napoli che in altre città italiane, come Milano e Bologna (città, quest’ultima, in cui si è votato nello stesso giorno di Napoli).

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Con i primi due grafici dunque mettiamo a confronto l’affluenza alle primarie di Napoli e Bologna con i voti raccolti dal centrosinistra alle elezioni più recenti (Europee 2009 e Regionali 2010 per Napoli, Comunali 2009 per Bologna):

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Ad una prima occhiata i due grafici sembrano molto simili: in entrambi possiamo notare che i voti al centrosinistra in occasione di elezioni ufficiali (siano esse comunali, regionali o europee) sono di molto superiori ai votanti delle primarie nelle stesse città. E questo è pittosto normale, se si considera che per loro stessa natura le primarie si rivolgono a quella parte di elettorato maggiormente “coinvolto” politicamente, che si premura di ricercare la sede (di partito, associazione o caf) in cui deve recarsi a votare, nonché di versare il contributo minimo di 1-2 euro.

I più attenti avranno però scorto una lieve anomalia nel secondo grafico, e precisamente nella VII municipalità di Napoli. Tale anomalia risulta molto più evidente nei grafici seguenti, in cui è mostrato il rapporto (in percentuale) dei votanti alle primarie rispetto ai voti al centrosinistra in elezioni ufficiali.

Nel caso di Bologna, come vediamo, tale rapporto fa registrare una regolarità quasi sorprendente, oscillante tra un minimo del 23,13% e un massimo del 26,86%.

Il grafico relativo a Napoli è molto diverso: il rapporto medio è molto più instabile, e soprattutto nella quasi totalità delle municipalità si attesta mediamente intorno al 20%. A ben vedere questo si spiega facilmente con un tasso di militanza dell’elettorato di centrosinistra prevedibilmente superiore a Bologna rispetto a Napoli. Ma nella municipalità di Napoli numero VII (quartieri Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno) i votanti alle primarie sono stati quasi la metà (43-44%) degli elettori di centrosinistra registrati in occasione di precedenti elezioni ufficiali. Come è facile immaginare, in quella municipalità – e precisamente nel quartiere di Miano – si sono segnalate affluenze piuttosto sospette: un giovane militante del PD ha calcolato che in uno dei seggi di questa zona avrebbe dovuto votare mediamente un elettore ogni 30 secondi, senza considerare i fisiologici cali di ritmo relativi alle ore del pranzo e al popolare evento sportivo pomeridiano (la partita del Napoli).

Sembra evidente che ci sia qualcosa di poco limpido: e la cosa assume una rilevanza ancora maggiore se si considera che nella VII municipalità Andrea Cozzolino ha ottenuto ben 2.000 preferenze in più rispetto al suo diretto concorrente, Umberto Ranieri (PD, giunto secondo con il 34% e circa 1.200 voti in meno di Cozzolino), e ben il 57% dei voti totali – un’enormità se si considera che i candidati erano 4, e tutti con un risultato finale complessivo superiore al 10%.

Ma questi numeri da soli possono anche non significare molto. E infatti,in risposta alle polemiche suscitate da questi dati anomali, molti sostenitori di Cozzolino residenti in quei quartieri hanno affermato che l’ottimo risultato conseguito dall’europarlamentare PD è stato una logica conseguenza del suo impegno per quel territorio, e che tutto sommato non c’è niente di strano se a vincere la competizione è stato il candidato recordman di preferenze a Napoli e in tutto il Sud Italia per il PD alle Europee 2009.

Cozzolino ha dunque senza dubbio un elettorato consistente, nella VII municipalità come in tutta Napoli. Ma è possibile quantificare questo elettorato? È possibile, e proprio grazie al numero di preferenze da lui ottenute solamente un anno e mezzo prima alle Europee. Il tipo di elezione è particolarmente adatto ad elaborare una stima, poiché alle europee è possibile esprimere (nella circoscrizione Sud) fino a tre preferenze, ed è ben difficile che elettori democratici che avessero inteso sostenere Cozzolino in qualche modo non abbiano poi espresso una preferenza in suo favore – dato che era possibile esprimere preferenze anche per altri candidati.

Con il grafico seguente, confrontiamo le preferenze ottenute da Andrea Cozzolino in occasione delle europee 2009 con i voti ottenuti nelle primarie di domenica 23 gennaio:

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In questo grafico si conferma ancora una volta l’anomalia della VII municipalità: mentre in tutte le altre, infatti, Cozzolino ha ottenuto un numero di voti inferiore, talvolta anche di poco, alle preferenze ottenute nel giugno 2009, nella numero VII fa registrare un numero di voti addirittura di molto superiore (oltre 3.200 contro 1.800 circa) in occasione delle primarie. Questo vuol dire una cosa ben precisa: che in questa municipalità un gran numero di persone ha votato per Cozzolino pur non facendo parte del suo bacino elettorale “potenziale”, in misura molto maggiore a quanto accaduto (ed è statisticamente verosimile che sia accaduto) nelle altre nove.

Questa osservazione, insieme al “boom” di affluenza registrato nella VII municipalità, ci induce a ritenere che si sia recato a votare per Cozzolino un numero di persone anomalo (per delle primarie di coalizione) e probabilmente estraneo all’elettorato di centrosinistra a cui la consultazione era rivolta – ma di questo non è possibile avere certezza assoluta.

Salvatore Borghese