Le TV di Partito: tra chiusure e successi storici

Le TV di Partito: tra chiusure e successi storici

 

 

Forse pochi di voi si ricorderanno ciò che avvenne il 31 Luglio del 2008. La notizia ebbe del clamoroso: la TV della Libertà, canale televisivo del Popolo della Libertà, chiuse dopo un solo anno di vita. Giorgio Medail, il direttore del canale, si trovò a rispondere ai giornalisti fornendo dei numeri contrastanti: la TV della Libertà, in onda su SKY, canale 818, riceveva 6-700 mila contatti al giorno. Il 22 Maggio, Forza Italia rilevò il 100% della Vittoria Media Partners (VMP) legata a Vittoria Michela Brambilla, l’attuale Ministro del Turismo. 70% di questo capitale fu venduta dalla VMP e l’altro 30% da Salvatore Sciascia, ex-direttore di Fininvest. La notizia ebbe appunto del clamoroso perché la chiusura fu dovuta a motivi di finanze carenti per coprire i costi di studio e allacciamento alle tv private. Il 3 Gennaio 2009 si annunciò un nuovo interesse a riaprire il canale ormai chiuso da un anno, sebbene piuttosto in sordina rispetto all’efficiente macchina mediatica di Silvio Berlusconi. QUI un programma di massima delle prossime attività del canale.

Il giorno stesso della chiusura della TV della Libertà, nacque Red.tv, un canale strettamente collegato alla corrente Dalemiana del Partito Democratico.

Ancora più ironicamente, pochi giorni dopo l’apertura di Red.tv, aprì il canale televisivo ufficiale del Partito DemocraticoYoudem.tv. Entrambe sono anch’esse trasmesse da SKY, come la sfortunata TV di Forza Italia e poi del Popolo della Libertà.

L’8 Ottobre 2008, il sito Aprileonline diede la notizia dell’apertura di un altro canale televisivo di partito: PDcI.tv, in forza al Partito dei Comunisti Italiani.

Il 2008 è dunque a tutti gli effetti l’annus mirabilis della Politica in TV, sebbene con una chiusura all’attivo.

Tuttavia, tutti questi progetti hanno un PROGENITORE COMUNE: RADIO RADICALE, la storica radio del Partito Radicale Italiano, fondata nel 1976 ed ormai trasformatasi in informazione a tutto tondo, con video, servizi radiofonici, coperture di conferenze socio-politiche. Conoscere per Deliberare, cita il motto sulla prima pagina della “Radio”.

Menzione a parte va fatta per Arcoiris.tv, canale internet atipico, poiché tutta la programmazione è on-demand e scaricabile, cioè è il pubblico di internet che sceglie cosa vedere e quando vederlo. Un canale/sito internet non ufficialmente legato ad alcun partito, sebbene molto vicino alla sinistra ecologista e movimentista.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Difficile stilare una linea editoriale unica per tutti questi canali: Youdem (almeno nella sua prima strutturazione) e PdciTV appaiono molto simili nel modo di proporre i loro programmi, essendo nate sulla scia di CurrentTV, il canale internet sotto l’influsso dell’ex vice-Presidente degli Stati Uniti ed autore di un celebre documentario, nonché Premio Nobel per la Pace, Al Gore. Si tratta di canali creati dagli utenti, i quali caricano i propri video su tematiche inerenti al partito/movimento, con l’inclusione, almeno da parte di Youdem, di un maggior intervento ultimamente dei vari dirigenti locali e nazionali. Gli utenti possono votare, commentare e rendere più visibili i video. Certamente un modo molto diretto ed attivo per l’utenza, non più relegata a semplice spettatore passivo di un evento.

RedTV è invece molt più legata ad una visione di televisione più ortodossa, sebbene i propri programmi spazino su diverse tematiche, spesso poco trattate sui media tradizionali: personalità del mondo della politica, società e cultura discutono ed intervengono quotidianamente, dando al canale una linea piuttosto eterogenea, benché la corrente dalemiana sia la maggior promotrice del canale.

La TV della Libertà nacque come contenitore di informazione dai territori, in cui i cittadini potevano intervenire per proporre e discutere delle proprie problematiche locali. Come annunciato da Giorgio Medail sul sito dei Circoli della Libertà

«Invece che rinchiudersi negli asettici salotti mediatici o nei palazzi del potere, i politici dovrebbero andare in giro per le piazze, parlare con le persone. Scoprirebbero che la realtà è molto diversa, e che i cittadini sono molto più avanti di quello che loro credono».

RadioRadicale è molto probabilmente il servizio più eterogeneo e completo per l’informazione politica e culturale, poiché la copertura degli eventi mediatici è pressoché capillare e globale, spaziando da quelli più strettamente legati al Partito Radicale, sino a toccare tutto ciò che avviene sul territorio italiano. Permettendo inoltre anche il libero scaricamento sul proprio computer dei file video/audio. Di ottima qualità anche e forse soprattutto il suo archivio storico.

Possiamo affermare senza tema di smentita che la nuova frontiera della politica dovrà passare anche da queste iniziative e non solo dai servizi più canonici per la rete quali blog/siti/socialnetwork: i partiti politici italiani stanno investendo sempre più risorse nella comunicazione via internet, ed i risultati vengono costantemente monitorati tramite sempre più interessanti sistemi sondaggistici.

Ormai qualunque politico o partito italiano non può più permettersi il lusso di ignorare la rete e le sue infinite potenzialità: il recente passaggio al digitale terrestre impone una maggiore attenzione alla digitalizzazione dell’informazione la quale, sebbene divulgata ancora tramite le ordinarie televisioni, mostra segni di interesse crescente verso “l’elettrodomestico del XXI secolo“: il personal computer (fisso ed in particolare portatile, specie in vista di una più vasta copertura wifi e wimax delle città italiane).

Concludendo, il partito che riuscirà per primo ad egemonizzare la comunicazione digitale accrescerà di un fattore enorme il proprio elettorato: le nuove generazioni sono molto esigenti e molto meno propense alle ordinarie forme di propaganda. Gli elettori apprezzano l’innovazione e l’intraprendenza se presentate nel modo corretto. Senza poi dimenticare che le iscrizioni ai partiti continuano a dare segni di decrescita preoccupante.

Nuove forme di linguaggio e leadership vengono richieste e la nostra paura è che una certa classe politica ancorata a vecchi e desueti metodi risulti incapace di saper ascoltare le nuove tendenze, le nuove necessità sociali e culturali. Risulta talvolta poco chiaro se sia il partito a creare le nuove mode e stili oppure sia il cittadino che le imponga.

Obama lo ha dimostrato ed il GOP sta tentando di correre ai ripari in tempi brevi, se non brevissimi. L’Italia ed i suoi politici sono avvertiti.